editoriali
La super retromarcia di FdI sul Superbonus 110%
Fratelli d'Italia propone di prorogare la misura introdotto all'epoca del governo rossogiallo, smentendo la posizione di Meloni
Che sul Superbonus la partita non fosse ancora del tutto chiusa era logico aspettarselo. Che le opposizioni sarebbero tornate alla carica era scontato. Ma che l’emendamento malandrino porti la firma di Fratelli d’Italia è una novità che mette in discussione una delle prime decisioni con cui Giorgia Meloni ha voluto segnare la discontinuità rispetto ai governi precedenti. L’emendamento in questione interviene sul decreto milleproroghe, in corso di conversione al Senato, e sposta dal 31 marzo al 30 giugno 2023 la scadenza utile per il maxi credito d’ imposta del 110 per cento per le case unifamiliari i cui lavori, al 30 settembre scorso, non avessero superato il 30 per cento dell’intervento complessivo.
Può apparire piccola cosa, ma si tratta di un passaggio forte sul piano simbolico. Intanto perché non è un’iniziativa personale dei firmatari, ma entra nel novero dei “segnalati” dal partito di maggioranza relativa: ciò indica che ha un valore politico e che, per i senatori di FdI, è una priorità. Inoltre, in queste settimane il governo ha fatto varie retromarce, dalla ratifica del Mes al Pos fino alla complicata gestione della vicenda accise. Qui, però, c’è un elemento in più: sulla revisione del Superbonus e la stretta delle villette c’è l’endorsement forte della stessa premier, che ha a lungo ironizzato (e giustamente) sul costo che i contribuenti avrebbero dovuto sostenere per consentire all’ex primo ministro Giuseppe Conte di scandire “gratuitamente” nelle piazze. E questo, più ancora delle implicazioni per il bilancio pubblico, dovrebbe indurre l’esecutivo a dichiarare il prima possibile la sua posizione sul tema, esprimendo parere contrario alla proposta emendativa. Giorgia Meloni rischia non solo di compromettere l’equilibrio di bilancio – la cui tutela è stata finora il perno più importante e rivendicato dell’azione di governo – ma anche di perderci la faccia. Questo è uno di quei casi in cui l’interesse individuale coincide con quello collettivo. Speriamo che Meloni ne sia consapevole e si comporti di conseguenza.