La premier Giorgia Meloni incontra la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen (Lapresse)

Tre anni in più

Il trucco dei fondi di coesione per allungare le scadenze del Pnrr al 2029

Redazione

Secondo fonti della Commissione Ue, i tempi di spesa dei fondi europei potranno essere allungati di tre anni, a patto che i singoli stati contribuiscano per una percentuale (che può arrivare al 60 per cento del totale)

Un escamotage per allungare di tre anni le scadenze dei tempi di spesa del Pnrr, dal 2026 al 2029. Dopo le pressioni del governo italiano che auspicava un allungamento, alcune fonti della Commissione europea riportate dalla Stampa lasciano intendere che si sia trovata una via per per la proroga della data limite entro cui i fondi europei devono essere investiti. Il “trucco”, com'è stato definito, è il seguente: utilizzare i fondi di coesione – che possono essere spesi entro il 2029 – per finanziare i progetti già programmati. In questo modo l'Italia avrà a disposizione molto più tempo, rimanendo contemporaneamente all'interno degli stringenti vincoli europei. Ci sono però delle condizioni.

Innanzitutto la proroga dovrà essere motivata da “circostanze oggettive” che impediscono il rispetto della scadenza al 2026: l'esempio che fa la Stampa è la carenza di materie prime, che richiede un grande dispendio di energie per essere colmata. Ma soprattutto, bisognerà rispettare le “regole relative al cofinanziamento”. Ciò significa, in sostanza, che nel caso in cui si sfruttino i fondi di coesione, questi implicheranno un contributo economico nazionale, complementare a quello europeo. Si tratterrebbe del 15 per cento del totale per le regioni meno sviluppate, del 40 per quelle in transizione e del 60 per cento per quelle più sviluppate. Il rinvio sarà dunque possibile, ma a caro prezzo.

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