Tra Roma e Bruxelles
Pichetto Fratin: "La direttiva green sulle case è troppo rigida. Così non la ratifichiamo"
"Servono cifre astronomiche e si rischia una svalutazione del patrimonio immobiliare. E' interesse del paese avere case migliori. Ma si deve procedere per gradi". Le perplessità del ministro dell'Ambiente sul provvedimento approvato ieri dal Parlamento europeo
Più che l'obiettivo, è il metodo a non convincere. Perché per il governo italiano la direttiva green sulle case approvata dal Parlamento europeo è troppo rigida, non considera le ricadute di certi provvedimenti, che invece devono essere ridiscussi. Stanno tutte qui la perplessità di Gilberto Pichetto Fratin, che non mette in discussione l'orizzonte del 2050, "ma si deve procedere per gradi".
"Devono essere gli stati nazionali a valutare il percorso da seguire rispetto al patrimonio immobiliare di ogni Paese", ha spiegato il ministro dell'Ambiente in un'intervista al Corriere della sera, in cui invoca un approccio pragmatico alla questione. "È bello ammantarsi di ideali ma in Italia abbiamo circa 31 milioni di unità. Di queste 15 milioni sono oggetto di classificazione. Anche se molte sono escluse in quanto sotto i 100 metri quadrati, vincolate o per altri motivi, le abitazioni da portare in classe F al 2030 sarebbero comunque circa 5,1 milioni e quelle da portare in classe D al 2033 ammonterebbero a 11,1 milioni".
Una situazione difficilmente sostenibile secondo il ministro, che ancora qualche mese fa, al Consiglio sull'energia di ottobre, a proposito della trattativa imbastita dal governo Draghi aveva espresso sulla normativa "parere favorevole". Poi la discussione è virata su parametri e condizionalità più stringenti. "La direttiva della Commissione non è condivisibile per i vincoli perentori che impone. Ancora di meno è accettabile la posizione approvata dal Parlamento europeo, che la irrigidisce ancora di più, ponendo addirittura vincoli individuali sulle proprietà".
Il governo italiano è insomma pronto a dar battaglia a Bruxelles. Pichetto ritiene inaccettabile, ad oggi, un provvedimento che paragona a "una patrimoniale occulta". Senza dimenticare che "si potrebbe verificare anche una ricaduta svalutativa" e che i costi delle misure che l'Ue chiede di adottare sono esorbitanti. "Se con il Superbonus, spendendo 110 miliardi, siamo riusciti a intervenire su 360 mila immobili, quanto servirebbe per intervenire entro il 2030 su quasi 15 milioni di unità immobiliari? Si tratterebbe di cifre astronomiche che non possono permettersi né lo Stato né le famiglie italiane".
La finalità ultima, in ogni caso, "è rendere il paese più green", assicura il responsabile dell'Ambiente. "E' interesse del paese avere case migliori. Ma tutto questo va accompagnato". Quello di ieri è stato il primo passo verso l'approvazione definitiva della direttiva. Il testo ora sarà discusso dal Consiglio Ue e dalla Commissione, prima di tornare al voto in Plenaria. Uno spazio in cui Pichetto Fratin conta di far valere le proprie ragioni. "L’Italia farebbe fatica a ratificare una direttiva di questo genere", ribadisce il ministro. "Ma io sono un europeista convinto e sono fiducioso che si troverà un accordo".