editoriali
I controlli severi della Bce proteggono le banche europee dal contagio
Stress test, monitoraggi degli indici di solvibilità e moral suasion sulla cautela nella distribuzione dei dividendi: la vigilanza di Francoforte risulta intensa e a volte pressante, come lamentano i banchieri. Ma di fatto è efficace
Da giorni si sente dire che l’Europa è al riparo dal contagio del crac delle banche californiane e anche dalla crisi di Credit Suisse, che ieri ha subìto un altro crollo sui mercati a riprova del fatto che la vicenda è tutt’altro che risolta, perché i suoi istituti di credito sono solidi e ben patrimonializzati, più di quelli americani. In realtà, è vero solo a metà. Le grandi banche statunitensi, quelle con attività oltre i 250 miliardi di dollari, sono solide e liquide quanto e più di quelle europee. Ma questo non vale per le banche regionali come Svb. Nel 2018, sotto la presidenza di Donald Trump, è avvenuto un deciso allentamento delle regole di vigilanza perché si voleva dare al sistema del credito un maggior grado di flessibilità.
L’innovazione è il vanto d’America e non si possono mettere troppi vincoli a chi presta soldi a quelle che potrebbero diventare le future Apple o Facebook, questo era il ragionamento. Così Svb fu ritenuta una banca che non presentava rischi sistemici e la sua vigilanza passò sotto la Fed di San Francisco (in realtà tutta l’attività di vigilanza sulle banche regionali fu decentrata alle dodici Fed territoriali). In Europa è avvenuto esattamente il contrario.
A partire dal 2014 la vigilanza sul settore è stata concentrata nelle mani della Bce e a esserne responsabile è Andrea Ernia, che quand’era a capo dell’Eba ha studiato e armonizzato le regole dei vari stati. Oggi tra stress test, monitoraggi degli indici di solvibilità e moral suasion sulla cautela nella distribuzione dei dividendi, la vigilanza della Bce risulta intensa e a volte pressante (così lamentano i banchieri). Di fatto, efficace. Poco si conosce su come funzionano le cose nella Confederazione elvetica, posto che anche lì sono vigenti gli accordi di Basilea III che, dopo il crac di Lehman Brothers, hanno reso più severe regole che, però, ogni paese o regione ha attuato a modo proprio. Oggi l’Eurozona può davvero sentirsi al riparo dal contagio proveniente da Stati Uniti e Svizzera perché è stata più rigorosa? Sicuramente è più al riparo, ma bisognerà vedere se in misura sufficiente.