Editoriali
L'inquadratura sbagliata sul fisco. Meglio pensare alla delega fiscale
Le “misure storiche” del governo non ci sono: i provvedimenti illustrati nel Cdm del Primo maggio sono aggiustamenti di errori precedenti o misure nel solco di Draghi. Meglio accelerare con la riscrittura completa e organica delle regole fiscali
Con una delega fiscale molto ampia da esercitare, una maggioranza (salvo scivoloni) solida e la prospettiva fondata di durare per l’intera legislatura Giorgia Meloni poteva essere più ambiziosa nella descrizione e nell’elaborazione degli interventi del governo. I provvedimenti illustrati camminando verso il Consiglio dei ministri, tra uffici e corridoi di Palazzo Chigi, sono, in fondo, aggiustamenti, correzioni (secondo la linea scelta dal governo) di errori o di omissioni precedenti, come è certamente il caso del Reddito di cittadinanza e del decreto Dignità. Mentre per il fisco si tratta di estensioni ulteriori di spazi già creati da Mario Draghi. Per i redditi da lavoro dipendente la decisione comporta di aggiungere al 2 per cento di Draghi un altro 4 per cento di taglio alla contribuzione previdenziale. C’è un effetto netto sulle buste paga (bene) ma, in futuro, c’è anche un effetto negativo sul finanziamento delle pensioni per cui servirà qualche integrazione inevitabilmente a carico dell’erario. Mentre l’estensione al 2023 del trattamento fiscale favorevole per i fringe benefit è una continuazione di quanto già deciso in corsa a fine 2022 dal governo Meloni.
Benissimo, ma la definizione di “misure storiche” sarebbe meglio tenerla nel cassetto e tirarla fuori per l’attesa riforma complessiva prevista nella delega fiscale. Il viceministro Maurizio Leo, che della delega è il tutore, era ieri in commissione. Nelle sue risposte alle richieste di maggioranza e opposizioni troviamo un bel po’ del campionario riformista in tema fiscale, dalla riduzione delle aliquote alla cedolare secca per gli immobili commerciali, dal cambio di trattamento per i rendimenti finanziari degli enti previdenziali alla stabilizzazione del provvedimento sui fringe benefit. Ben altro, insomma, e ben di più. La riscrittura completa, organica, semplificata e migliorativa delle regole fiscali sarebbe, sì, un’occasione storica, attesa da 50 anni. E’ alla portata di questa maggioranza, ma meglio accelerare con la delega senza perdere troppo tempo in favore di telecamera nei corridoi del Palazzo.