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Editoriali

Scioperi sbagliati, necessarie riflessioni su quelli passati

Redazione

Povertà e disuguaglianza scese con le riforme di Draghi: Cgil e Uil scioperavano

I sindacati sono impegnati in una nuova “mobilitazione” contro le politiche economiche del governo che Cgil e Uil intendono trasformare in uno “sciopero generale” contro il parere della Cisl. Mentre i sindacati organizzano il prossimo sciopero, è però il caso che trovino di riflettere su quelli passati. A dicembre del 2021, Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri organizzarono uno sciopero generale contro il governo Draghi per una legge di Bilancio “regressiva” e “socialmente ingiusta”, che secondo Cgil e Uil  “non ridistribuisce ricchezza, non riduce le disuguaglianze e non genera uno sviluppo equilibrato e strutturale e un’occupazione stabile”. La Banca d’Italia ha pubblicato uno studio – dal titolo “Le modifiche al sistema fiscale e di welfare italiano attuate nel 2022: profili di equità  ed efficienza” – che analizza l’impatto delle principali misure presenti nella manovra finanziaria del governo Draghi: la riforma dell’Irpef e l’introduzione dell’Assegno unico per i figli.

 

Le conclusioni sono che i l’effetto combinato dei due provvedimenti ha da un lato – soprattutto la riforma dell’Irpef – ha aumentato gli incentivi “a lavorare o guadagnare di più (margine intensivo) o ad accettare un’offerta di lavoro se inattivi o disoccupati”; dall’altro lato – soprattutto l’Assegno unico – ha ridotto la disuguaglianza, aumentato la progressività e diminuito la povertà. Insomma le due misure, dal costo di 13,7 miliardi, hanno migliorato sia l’efficienza sia l’equità. I dati della Banca d’Italia confermano i risultati di un’analoga analisi dell’Istat, dello scorso novembre, secondo cui i provvedimenti del governo Draghi per le famiglie, contro cui scioperavano i sindacati, hanno “ridotto la diseguaglianza (misurata dall’indice di Gini) da 30,4 a 29,6 per cento, e il rischio di povertà dal 18,6 al 16,8 per cento”. Nel frattempo, l’Italia ha registrato anche il record di occupati e un forte incremento dei contratti stabili. L’esatto contrario di ciò che prevedevano Cgil e Uil, che però non si guardano indietro e già pensano al prossimo sciopero.

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