La proposta
Non solo il liceo. Il governo pensa a un fondo sovrano per il made in Italy
Il ministro delle Imprese Adolfo Urso ha annunciato un disegno di legge ad hoc per sostenere le aziende italiane, seguendo il modello francese e mobilitando circa 1 miliardo di euro. Nel testo, ci sarà anche un nuovo indirizzo scolastico socio-economico
Un fondo sovrano nazionale per sostenere le imprese italiane, all'interno di un pacchetto di misure ad hoc dedicate alla filiera del made in Italy: sono queste le novità che il ministro Adolfo Urso ha annunciato verranno discusse nel corso del prossimo Consiglio dei ministri, fissato giovedì. Il modello cui guarda Urso è quello del governo francese, che ha da poco finanziato un programma da quasi 2 miliardi di euro di cui 500 milioni statali. Del fondo italiano, ovviamente, non si conoscono ancora le cifre, ma si parla della possibilità di mobilitare un capitale di circa 1 miliardo di euro, con l'apporto di Cassa depositi e prestiti e delle Casse previdenziali dei professionisti.
Al centro c'è il nodo delle materie prime: il fondo canalizzerà gli investimenti per assecondare l'approvvigionamento da parte delle aziende in particolare delle terre rare, componente indispensabile per la transizione green e per la competitività del settore italiano. Proprio di questo avevano parlato, qualche mese fa, il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti con l'omologo francese, Bruno Le Maire. Nelle dichiarazioni al termine degli incontri, Le Maire aveva ipotizzato la creazione di un fondo congiunto fra i due paesi: ora l'Italia sembra aver scelto di andare per la sua strada seguendo le orme francesi, ma la collaborazione industriale con Parigi rimane prioritaria.
Nel ddl del governo ci sarà spazio, a detta di Urso, anche per la formazione. Della possibilità di istituire un liceo interamente dedicato al made in Italy, con una proiezione giuridico-economica che prepari gli studenti all'ingresso nelle aziende italiane, si era già discusso ai tempi del Vinitaly. Giorgia Meloni si era detta entusiasta della proposta, "perché non c'è niente di più profondamente legato alla nostra cultura di quello che questi ragazzi sono in grado di studiare, tramandare e portare avanti". Un indirizzo che, verosimilmente, potrà diventare realtà per l'anno scolastico 2024-2025.