La relazione
Visco: “Sul Pnrr sì a miglioramenti, ma non c'è tempo da perdere”. E apre alla riforma tributaria
“Il successo del Recovery Plan dipenderà dalla capacità di unire all’azione pubblica un’adeguata risposta del sistema produttivo e finanziario”, dice il governatore della Banca d’Italia nella sua ultima relazione. Tra gli altri punti spicca il sì al salario minimo e il bisogno di adeguare l'immigrazione alle esigenze delle imprese
“Il successo del Pnrr dipenderà dalla capacità di unire all’azione pubblica un’adeguata risposta del sistema produttivo e finanziario: non c’è tempo da perdere”. Ignazio Visco, dopo due mandati e dodici anni alla guida della Banca d’Italia, consegna così il suo saluto al paese, in una lunga relazione che, oltre a ripercorrere gli sviluppi degli ultimi anni, affronta con pragmatismo le principali sfide economiche e sociali in cui è coinvolta l’Italia. Le quali si traducono, innanzitutto, nelle riforme del Piano di ripresa e resilienza, definite da Visco uno “snodo cruciale” e “un raro tentativo di definire una visione strategica del paese”.
Per affrontarle, le soluzioni viaggiano su due binari paralleli: al “rafforzamento della pubblica amministrazione”, si dovrà accompagnare la “predisposizione di piani di transizione credibili”. Un messaggio rivolto quindi non solo al governo, ma anche alle imprese: “Per cogliere le opportunità, gli intermediari dovranno dotarsi di adeguati modelli di valutazione dei rischi climatici”, scrive il governatore. Una cooperazione con un orizzonte temporale a medio-lungo termine: “Serviranno tempi relativamente lunghi, tali da coinvolgere più legislature”. Non per questo però, ci si può permettere ritardi: l’invito è di proseguire “con costanza e lungimiranza” nell’attuazione dei programmi europei. Perché, appunto, “non c’è tempo da perdere”.
In conformità con le Raccomandazioni arrivate dalla Commissione europea, anche per Visco la gestione delle finanze pubbliche deve rimanere “prudente”. E “resta centrale il conseguimento di tassi di crescita stabilmente elevati”. Se il quadro generale rimane “confortante” infatti, “è importante mantenere adeguati il livello e la qualità degli investimenti pubblici”. Si ritorna così all’efficientamento burocratico, a testimonianza del fatto che crescita e realizzazione del Pnrr vanno di pari passo. Ma Visco si spende anche in un'apertura nei confronti della riforma della giustizia tributaria allo studio del governo, mentre al contempo evita di esprimersi sul merito della ratifica del Mes.
Un importante richiamo è infine quello rivolto al mercato del lavoro. “Troppi, non solo tra i giovani, non hanno un’occupazione regolare o, pur avendola, non si vedono riconosciute condizioni contrattuali adeguate”, scrive Visco. Il quale, anche in questo caso, non rimane nell’astratto ma scende nel dibattito delle misure a contrasto della precarietà: in questo senso, “l’introduzione del salario minimo può rispondere a non trascurabili esigenze di giustizia sociale”. Così come un fattore determinante sarà la gestione del fenomeno migratorio, perché come spiega ancora il governatore Visco "solo un aumento del saldo migratorio potrà mitigare gli effetti del calo della popolazione" italiana. Per questo l'invito è a rivedere le maglie del decreto flussi.