editoriali
Superbonus, nuovo salasso sul Pnrr?
Incognita sul Recovery. L’allarme del ministro Fitto sui 15 miliardi per i bonus edilizi
Sapevamo già, per averlo appreso dalla Ragioneria generale la scorsa settimana, che la spesa sui bonus edilizi era esplosa di oltre 45 miliardi rispetto alle stime previste. Da 71 miliardi a 116: ed era solo l’ultimo aggiornamento in un desolante rosario di resoconti su spese lievitate in modo abnorme. Ora, però, potrebbe esserci un ulteriore salasso. E’ il rischio paventato a pagina 75 della Relazione sul Pnrr presentata due giorni fa dal ministro Fitto. E’ lì che si dà conto di come, il 19 aprile scorso, durante una riunione con la Commissione europea sugli obiettivi del Pnrr del primo semestre 2023, i tecnici del ministero dell’Ambiente abbiano “chiesto alcune modifiche per evitare l’ineleggibilità di alcune tipologie di spesa” legate ai bonus edilizi. Anzitutto, “per evitare problemi di natura rendicontativa e di ammissibilità della spesa”, si è deciso di escludere dalla richiesta di finanziamenti del Pnrr i lavori legati al Sismabonus, evidentemente non conformi al principio ecologico di “Do not significant harm” adottato da Bruxelles. Non solo.
Anche l’Ecobonus presenta delle incognite: e così, per prevenire bocciature da parte della Commissione, il ministro Pichetto ha chiesto di modificare la condizionalità prevista nel Recovery così da escludere, tra l’altro, “il riferimento alle caldaie a gasolio, con il rinvio a sistemi più efficienti conformi alla normativa vigente”. In sostanza, si è capito che per i parametri della Commissione molte sostituzioni di caldaie finanziate con l’Ecobonus non rispondono ai requisiti del Recovery. Ennesima dimostrazione di come aver ceduto alle pressioni grilline per inserire in modo imponente i bonus edilizi nel Pnrr sia stato un errore da parte del governo Draghi. Errore che potrebbe costare caro. La necessità di chiarire questi aspetti critici e di farlo in fretta, si fa notare nella Relazione, “è molto rilevante dato che la misura ha un costo imputato al Pnrr pari a 15 miliardi di euro che, in caso di non ammissibilità, inciderebbe negativamente in misura significativa sul bilancio dello stato”.