Giancarlo Giorgetti (Ansa)

Editoriali

Lezioni dal caso Eurovita. Il Mef pensi a un fondo di garanzia sulle assicurazioni

Redazione

Il settore assicurativo, a differenza di quello bancario, non ha strumenti di gestione delle crisi. Oltre al salvataggio della compagnia, il ministero dell'Economia si occupi anche di trovare strumenti per intervenire nella situazioni a rischio, a tutela dei clienti

Ogni ministro del Tesoro ha le sue gatte da pelare. Se Daniele Franco, che è stato a capo del Mef durante il governo Draghi, ha gestito Montepaschi come la partita finanziaria più spinosa, Giancarlo Giorgetti è da settimane alle prese con il caso Eurovita, che presenta almeno un rischio reputazionale per il sistema finanziario. Anche se per competenza è stato il ministero delle Imprese e del Made in Italy, guidato da Adolfo Urso, a mettere Eurovita in amministrazione straordinaria congelando il riscatto delle polizze fino al 30 giugno per 350 mila clienti, è Giorgetti in queste settimane a tenere l’agenda degli incontri con le compagnie assicurative per verificare la disponibilità a partecipare al salvataggio. Qualcosa si muove, nel senso che le posizioni si starebbero componendo intorno all’ipotesi di un aumento di capitale che vedrebbe coinvolte cinque compagnie, Intesa Vita, Poste Vita, Generali, Unipol e Allianz.

Ma è presto per dire se Eurovita è fuori dai guai, tanto più che negli ultimi mesi diverse volte la soluzione è sembrata vicina e invece non lo era. Il commissario straordinario, Alessandro Santoliquido, ha rassicurato Adiconsum sul fatto che in nessuna delle ipotesi di chiusura della vicenda, anche la peggiore, è prevista una perdita significativa per i sottoscrittori delle polizze, avendo rilevato una buona qualità degli attivi, caratterizzati da investimenti in titoli di stato con alto rating. Ma il punto è anche un altro. E cioè che il settore assicurativo, a differenza di quello bancario, non ha strumenti di gestione delle crisi. In sostanza, manca un fondo di garanzia per tutelare la clientela, come ha messo in luce anche il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco. E un intervento diretto del Mef è da escludersi perché sarebbe considerato un aiuto di stato, a differenza di quanto accaduto per Mps che a suo tempo ha potuto usufruire di un quadro normativo più favorevole. Così tutto è rimesso alla capacità del capo del Mef di persuadere i big delle assicurazioni che salvare Eurovita è nell’interesse generale.

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