Editoriali
Il nuovo rialzo dei tassi della Bce rimesso sotto pressione i rendimenti dei titoli di stato
L'Eurotower non segue la Fed e prosegue la stretta: l’inflazione è ancora alta. La scommessa d’ora in poi è vedere se e quale delle due banche centrali sarà più ostinata nel raggiungere il proprio target
La Bce non segue la Federal Reserve che si è presa una pausa sui tassi e prosegue con la stretta monetaria con un aumento di 25 punti base che porta il tasso di riferimento al 4 per cento e il tasso di deposito al 3,5 per cento. La decisione era attesa, ma il fatto che la presidente Christine Lagarde abbia parlato a più riprese di cammino ancora da fare – anticipando di fatto un nuovo rialzo a luglio – ha rimesso sotto pressione i rendimenti dei titoli di stato dei paesi dell’Unione e sollevato in Italia un coro di critiche. Sebbene lo spread tra Btp e Bund sia rimasto abbastanza stabile intorno a 160 punti base e Piazza Affari abbia contenuto le perdite, è diffusa la preoccupazione che se la Bce dovesse spingersi troppo oltre con i rialzi l’impatto sulla crescita economica potrebbe essere molto più negativo rispetto ai potenziali benefici di contenimento dell’inflazione (per il sottosegretario al Mef, Federico Freni, andrebbe avviata una riflessione su durata e impatto della stretta). D’altro canto, non ci si poteva attendere una sosta come negli Stati Uniti, perché l’inflazione è scesa al 4 per cento mentre in Europa è ancora sopra al 6 per cento secondo l’ultima stima di maggio. E anche la Fed non è detto che rinunci a futuri rialzi per raggiungere l’obiettivo del 2 per cento, che è identico a quello della Bce. Insomma, la scommessa d’ora in poi è vedere se e quale delle due banche centrali sarà più ostinata nel raggiungere il proprio target. L’Eurotower appare determinata a procedere verso il 2 per cento e se questa è “una ricetta di cultura tedesca che risale a settanta anni fa”, come ha osservato Giampiero Maioli, numero uno in Italia di Crédit Agricole, o se rappresenta il giusto sentiero da percorrere per perseguire la stabilità dei prezzi nell’interesse di famiglie e imprese, come concorda buona parte degli economisti, è difficile dirlo. L’unica cosa certa è che il punto di caduta dei tassi che prima sembrava molto vicino adesso viene visto non prima della fine dell’anno.