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Editoriali

Tre lezioni da imparare dal caso Eurovita 

Redazione

La scossa può arrivare in Europa, ma il salvataggio di sistema è buona notizia. Si chiude così una crisi senza precedenti in Italia

Non è stata una passeggiata, dicono negli ambienti vicini a Eurovita, ma il salvataggio di “sistema” è arrivato. Del futuro della compagnia assicurativa e delle circa 400 mila polizze vita si faranno carico congiuntamente cinque big del settore: Poste Vita, Unipol, Intesa Sanpaolo Vita, Generali e Allianz. Si chiude così una crisi senza precedenti in Italia che ha sollevato non poche preoccupazioni anche nel governo. Le lezioni che se ne possono trarre sono almeno tre. La prima è l’origine stessa del problema e cioè se è opportuno che un operatore di private equity come il britannico Cinven possa detenere il controllo di un’attività che ha a che fare con il pubblico risparmio. Non c’è una legge che lo vieta, ma se poi, com’è accaduto, scoppia una crisi di liquidità come si fa ad imporre all’azionista una ricapitalizzazione? Cinven, nel momento in cui le cose si sono messe male, ha messo sul tavolo 100 milioni, quando ne occorrevano almeno il triplo (il fabbisogno è poi lievitato a circa 500 milioni), e poi ha gettato la spugna lasciando la compagnia italiana sull’orlo del crac. La seconda lezione è che va colmata una grave carenza nel settore assicurativo che è la mancanza di un fondo che sia in grado di tutelare i risparmiatori come succede per le banche. Se in Europa si discute di questo tema è grazie al caso Eurovita perché si è capito che la crisi di fiducia che potrebbe innescare il fallimento di una compagnia vita sarebbe un problema per la stabilità finanziaria. La terza e ultima lezione che si può trarre è che l’impatto dell’aumento dei tassi d’interesse sul settore assicurativo è stato finora sottovalutato.  Per la prima volta in dieci anni, nel 2022 la gestione del comparto vita ha chiuso in perdita e questo si è riflesso sull’indice medio di solvibilità delle compagnie. Ci sarebbe una quarta lezione e cioè che quando prodotti di risparmio, come i Btp, fanno concorrenza spietata alle polizze vita la corsa ai riscatti anticipati è inevitabile. Ma questo da sempre è il mercato.

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