la proposta
Il successo del Pnrr dipende dal confronto con artigiani e piccole imprese
Siamo arrivati al punto di svolta: con il nuovo Codice dei contratti pubblici, in vigore dal 1° luglio, e con il Piano nazionale di ripresa e resilienza, abbiamo a disposizione due straordinarie opportunità per rilanciare lo sviluppo delle imprese e costruire il futuro del paese
Le ingenti risorse del Pnrr e le semplificazioni introdotte nel Codice appalti sono ottimi carburanti per rimettere in moto un processo di investimenti e di crescita economica di cui beneficeranno le aziende, i lavoratori, i cittadini, i territori italiani.
Le condizioni ideali, quindi, ci sono ma, per scaricare a terra tutto questo potenziale positivo e innovativo, alla miscela propulsiva serve un altro “ingrediente” fondamentale: deve funzionare la macchina amministrativa. Tocca alla Pa, alle grandi stazioni appaltanti garantire efficienza, qualità, fiducia nelle piccole imprese, competenza, trasparenza. Tutte doti che finora non abbiamo visto all’opera.
I nodi della scarsa efficacia nella gestione dei processi nella Pubblica amministrazione sono venuti al pettine proprio nell’attuazione degli interventi del Pnrr, come emerge dalla terza relazione del ministro degli Affari europei, Politiche di coesione, sud e Pnrr. I dati sono eloquenti: a fine 2022 è stato sostenuto il 12,8 per cento della spesa prevista, ma dove la Pa è decisiva per la realizzazione, con l’acquisto di beni, servizi e realizzazione di lavori pubblici, la quota si dimezza, fermandosi al 6,1 per cento.
Nella relazione sono sintetizzate le criticità segnalate dalle amministrazioni titolari degli interventi del Piano che determinano rischi di ritardo o di mancato raggiungimento di milestone e target. Una analisi incrociata degli elementi di debolezza con i dati del quadro finanziario del Pnrr evidenzia come l’eccessiva burocrazia e una inefficace organizzazione dei processi della Pa pesano in modo decisivo sulla realizzazione del Piano. Nel complesso, sono 101 le misure totali del Pnrr con almeno un elemento critico, tra difficoltà normative, amministrative e ridefinizione delle decisioni di esecuzione o delle istruzioni operative.
Bisogna recuperare di corsa il tempo perduto. Alla riunione della Cabina di regia sul Pnrr, svoltasi il 19 luglio a Palazzo Chigi, i rappresentanti di Confartigianato hanno ribadito che il successo del Pnrr dipende proprio dal confronto con gli attori del tessuto produttivo, a partire da artigiani e piccole imprese, e dalla sua sostenibilità amministrativa, superando velocemente ostacoli e lentezze nella gestione dei processi della Pa. Sul fronte del RepowerEU, Confartigianato ha evidenziato che le risorse andrebbero investite prevalentemente nella generazione distribuita e sui capitoli dedicati all’autoproduzione e autoconsumo in tutte le sue forme, oltre che nel sostegno alle misure di efficientamento e risparmio energetico del patrimonio di edilizia, non soltanto residenziale. E’ altrettanto importante sostenere gli investimenti delle imprese, in particolare con le misure della nuova Sabatini e di Impresa 4.0, e la riqualificazione e la messa in sicurezza del territorio, non soltanto con le grandi opere ma anche con interventi diffusi. In tema di turismo, va sostenuto il sistema delle imprese artigiane e di vicinato che sono fondamentali per alimentare l’attrattività turistica di tutti i territori italiani.
Proprio gli artigiani e le piccole imprese sono in prima fila per cogliere le opportunità della combinazione tra le positive innovazioni del Codice dei contratti pubblici e il Pnrr. Confartigianato è al loro fianco per potenziare la capacità delle aziende capillarmente diffuse sul territorio di essere protagoniste in un mercato pubblico e privato delle costruzioni e degli appalti sempre più complesso e integrato. E lo abbiamo fatto puntando sulla forza aggregativa di 4C NetWork, la prima rete nazionale di consorzi e reti di Confartigianato appartenenti al settore delle costruzioni e dei servizi. Costituita il 12 giugno, coinvolge oltre 360 imprese nei comparti dell’edilizia e dei servizi che vanno dall’impiantistica alle pulizie alla manutenzione. L’obiettivo è di mettere “a sistema” le competenze e le strutture delle nostre imprese e offrire uno strumento operativo capace di rispondere efficacemente alle sfide poste da un settore in profonda trasformazione e alle richieste sempre più evolute della committenza sui fronti della transizione green, delle tecnologie digitali e dei nuovi materiali, dell’energia, della formazione e della ricerca. Insomma, artigiani e piccole imprese sono pronti. Ora serve l’efficienza della Pubblica amministrazione.
sindacati a palazzo chigi