i dati
Il pil italiano nel secondo trimestre 2023 è calato dello 0,3 %. Rallenta anche l'inflazione
L'Italia tra aprile e giugno registra una contrazione del prodotto interno lordo, mentre nello stesso periodo l'Eurozona evidenzia segnali di ripresa. Aumento dei prezzi ancora alto ma in calo
L'Istituto nazionale di Statistica (Istat) ha diffuso la stima preliminare della crescita economica in Italia per il secondo trimestre del 2023, evidenziando una contrazione del pil dello 0,3 per cento, rispetto alla crescita dello 0,6 per cento registrata nel trimestre precedente. Nonostante questa flessione congiunturale, si nota una tendenza positiva nel lungo termine, con il pil in aumento dello 0,6 per cento rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, rappresentando la decima crescita trimestrale consecutiva.
Tuttavia, i dati del secondo trimestre hanno contribuito a una crescita acquisita del pil per l'intero anno 2023 pari all'0,8 per cento, leggermente inferiore rispetto al valore del primo trimestre, che era stato dello 0,9 per cento. L’Istat precisa come la flessione dello 0,3 per cento nel secondo trimestre sia dovuta a "una flessione sia del settore primario, sia di quello industriale, a fronte di una moderata crescita del comparto dei servizi". Nell’Eurozona invece il pil ha registrato un aumento dello 0,3 per cento nel secondo trimestre, dopo un trimestre precedente con crescita zero. L'Unione europea nel suo complesso è rimasta stabile, segnalando anch'essa una situazione economica positiva. Su base annua, sia l'Eurozona che l'Ue hanno fatto registrare un aumento rispettivamente dello 0,6 per cento e dello 0,5 per cento rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente, segnali incoraggianti di ripresa.
L'inflazione nell’area euro continua ad essere un problema, pur continuando la sua discesa leggermente anche a luglio, attestandosi al 5,3 per cento rispetto al 5,5 per cento di giugno. L'analisi delle principali componenti evidenzia l'aumento dei prezzi dei beni alimentari, alcol e tabacco con un tasso annuo del 10,8 per cento, anche se in diminuzione rispetto a giugno. La situazione dei servizi registra un tasso del 5,6 per cento, i beni industriali non energetici del 5,0 per cento e l'energia con un calo del 6,1 per cento. Questi dati richiamano l'attenzione sulla stabilità economica nell'Eurozona e sulla necessità di politiche volte a gestire il fenomeno dell'inflazione in modo adeguato.