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Editoriali

Una buona idea sul fisco, finalmente un incentivo ai genitori lavoratori

Redazione

Il bonus ai dipendenti con i figli è giusto. Ma sulla natalità serve una svolta. Il sostegno alla genitorialità non va interpretato come mossa di politica tributaria

Cari datori di lavoro avete un’occasione per fare welfare aziendale a basso costo e con ottimi effetti. L’Agenzia delle entrate ha diffuso le regole per erogare bonus vari, anche con pagamento di rette scolastiche, di asili nido o di utenze domestiche, ai lavoratori dipendenti con figli a carico. Il vantaggio fiscale è notevole, perché questi pagamenti, normalmente assimilati alla retribuzione e quindi tassati in eguale misura, sono diventati a tassazione zero fino a 3.000 euro annui. Fino all’anno scorso, la soglia era talmente bassa da rendere l’esenzione a vantaggio dei lavoratori con figli praticamente inutile. Il balzo a 3.000 euro e l’eliminazione di qualunque limite di reddito per poter fruire di questa agevolazione rendono bene il senso del progetto. Che non è puramente fiscale, non si tratta di ridurre le tasse per vie traverse, ma è propriamente un incentivo ai genitori lavoratori, in molti casi pari a un trasferimento diretto (perché c’è da aspettarsi un uso massiccio di questa opportunità, soprattutto nelle grandi aziende), ed è perciò un primo approccio del fisco favorevole alle famiglie del quale ha parlato più volte il ministro Giancarlo Giorgetti.

E’ importante l’universalità della misura, senza andarsi a perdere tra limiti di reddito o altre forme di selezione tra chi ha più o meno diritto. Perché il sostegno alla genitorialità va interpretato come misura utile in sé e non come mossa di politica tributaria. C’è già la progressività a svolgere quel compito, mentre manca (o meglio mancava) qualunque riconoscimento dell’utilità sociale di chi si fa carico del sostentamento e dello sviluppo dei bambini. Come molte altre misure decise con l’ultima manovra ha però copertura finanziaria solo per un esercizio finanziario. E’ importante che diventi invece un beneficio stabile (con possibilità anche di alzare la soglia dei  3.000 euro) e soprattutto che si inserisca in pieno nel fisco formato famiglia di cui non può fare a meno un paese come l’Italia impegnato nel recupero della natalità.