Editoriali
Linee guida per parlare di Musk. Del ceo di X non vanno prese sul serio tutte le trasformazioni
Per i media è forse arrivato il momento di cambiare approccio quando si parla dell'imprenditore sudafricano. Utile scetticismo
Dopo le dichiarazioni e le smentite sul combattimento tra Elon Musk e Mark Zuckerberg prima al Colosseo e poi in Italia, Musk, capo di X, ha annunciato che il social pagherà le spese legali a chiunque sia stato licenziato per aver pubblicato un tweet controverso, e non è chiaro se l’offerta valga anche per i suoi stessi impiegati che ha licenziato per averlo lievemente criticato su Twitter. Da questo breve excursus è piuttosto chiaro che ci sia qualcosa che non va nel legame tra media e Musk, con i primi intrappolati in un loop quotidiano di dichiarazioni assurde, provocazioni via tweet e novità marziane di cui dare conto. Il problema è che queste sparate sono, appunto, sparate: comunicati infondati che spesso si contraddicono o non hanno alcun fondamento – ma funzionano. Il giornalista Casey Newton, autore della newsletter Platformer, ha scritto che è giunto il momento che la stampa adotti un approccio “più scettico” con Musk. Sono lontani gli anni in cui l’imprenditore si presentava come salvatore dell’umanità e, con ingenuità, veniva accolto come futuro primo cittadino di Marte, oltre che paladino della transizione energetica. Di quel santino, oggi rimane un personaggio più controverso, alle prese con una bizzarra e goffa transizione politica verso i grandi classici delle “guerre culturali” della destra americana. Ed è anche grazie a questa trasformazione che Musk è riuscito a raggiungere il monopolio mediatico nel settore digitale e tecnologico, riempiendone ogni angolo dalla guerra in Ucraina (l’utilizzo di Starlink da parte dell’esercito ucraino) alla politica interna statunitense (il candidato Ron DeSantis che inaugura la sua campagna elettorale su Twitter, tra mille bug), passando per i molti commenti sulle persone transessuali e la bassa natalità in occidente. Sarebbe quindi giunto il momento di cambiare marcia su Musk perché non si tratta di un ceo tradizionale: secondo molti, è sempre più uno “shitposter” le cui dichiarazioni andrebbero accolte con una dose extra di cauto scetticismo.