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Il pil è più basso delle stime: l'Istat rivede a -0,4 per cento il secondo trimestre

Redazione

La crescita italiana è in lieve ribasso rispetto alle previsioni, ora l'economia è in flessione per il secondo trimestre consecutivo. La variazione acquisita per il 2023 è pari a +0,7 per cento

"La stima completa dei conti economici trimestrali conferma la flessione dell’economia italiana nel secondo trimestre dell’anno, risultata pari allo 0,4 per cento, lievemente più accentuata rispetto alla stima preliminare, che aveva fornito una riduzione dello 0,3 per cento". Lo dice l'Istat nei conti economici trimestrali pubblicati stamattina. Il segno meno non è una sorpresa e rispetto alle stime preliminari la variazione è minima, ma è un segnale da mettere in fila per inquadrare la congiuntura economica delicata che ha sullo sfondo l'inflazione ancora sopra i target e la stretta monetaria della Bce. Solo ieri l'Istat ha certificato la flessione dei contratti di lavoro a luglio, mentre il giorno prima il calo degli indici di fiducia di consumatori e imprese ad agosto. 

La crescita tendenziale del secondo trimestre, spiega dunque l'Istat, si attesta allo 0,4 per cento, in flessione rispetto ai trimestri precedenti, con una revisione anche in questo caso al ribasso rispetto alla stima preliminare, che aveva registrato una crescita dello 0,6 per cento.

"A determinare la flessione del pil è stata soprattutto la domanda interna (incluse le scorte), mentre quella estera ha fornito un contributo nullo", ha aggiunto l'Istituto di statistica, che ha dettagliato: "Sul piano interno, l’apporto dei consumi privati è stato anch’esso nullo, mentre sia quello della spesa delle Amministrazioni Pubbliche sia quello degli investimenti è risultato negativo. Positivo il contributo delle scorte, per 0,3 punti percentuali".

La variazione acquisita del pil per il 2023 è pari, alla luce dei dati aggiornati del secondo trimestre, a +0,7 per cento. L’Istat rivede così al ribasso la stima di fine luglio, pari a +0,8 per cento. L’acquisita è la variazione del pil che si otterrebbe in presenza di una variazione congiunturale nulla nei restanti trimestri dell’anno.

 

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