editoriali
Inflazione costante, crescita in frenata. Nella Bce si riapre il dibattito sui tassi
Cosa farà ora la Banca centrale europea visto chel'aumento dei prezzi è stabile nella zona euro e ci sono ormai segnali di peggioramento delle aspettative di crescita? Il dibattito tra falchi e colombe
La Bce prenderà o no una pausa lungo il cammino dei rialzi dei tassi d’interesse? A giudicare dagli ultimi dati che danno l’inflazione stabile nella zona euro e mostrano ormai segnali di peggioramento delle aspettative di crescita, può darsi di sì. Per questa tesi propende una buona parte degli analisti pur nella consapevolezza che un’inflazione al 5,3 per cento ad agosto (lievemente sopra le attese a causa soprattutto dei rincari dei beni alimentari) resta un livello ancora molto al di sopra del target auspicato dall’Eurotower (in Italia al 5,5 per cento su base tendenziale).
Richard Flax, capo degli investimenti di Moneyfarm, ritiene che il dibattito tra falchi e colombe sia destinato a riaccendersi in vista della prossima riunione della Bce “la cui intensa politica rialzista ha notevolmente contribuito al raffreddamento della crescita economica dell’Eurozona”. Per il meeting di settembre i mercati hanno cominciato così a vedere una possibile pausa nel rialzo dei tassi, ma non un’inversione della politica monetaria. Del resto, la presidente Christine Lagarde ha fatto capire in ogni modo di volersi tenere le mani libere per poter decidere volta per volta in base ai dati. Ma anche in base alle pressioni che riceverà dai vari banchieri centrali. Per ora, dal fronte dei falchi continuano ad arrivare auspici di un ulteriore restringimento (vedi le dichiarazioni della tedesca Isabel Schnabel e dell’austriaco Robert Holzman), mentre da quello delle colombe tutto tace, nonostante come argomento a favore di una pausa nel ciclo dei rialzi potrebbe essere usato il fatto che l’inflazione di fondo, che esclude l’energia e gli alimenti freschi, un indicatore chiave agli occhi della Bce, sia scesa al 4,8 per cento dal 5,2 per cento di luglio. Ma se la pipeline dei prezzi invia segnali incoraggianti, altri indicatori congiunturali potrebbero influire sulla decisione, come spiega Paolo Pizzoli, senior economist di Ing, per il quale il ritmo dei rialzi dei tassi Bce dipenderà anche dalla dinamica salariale che dà segnali contrastanti.