Editoriali
Inps, agenzia di propaganda
Cambia il vertice ma non il metodo: torturare i dati per compiacere il governo di turno
Secondo il rapporto annuale dell’Inps del 2022, i lavoratori poveri in Italia sotto l’ipotetica soglia del salario minimo erano 4,3 milioni. Secondo il rapporto annuale dell’Inps del 2023, i lavoratori poveri che si trovano sotto la soglia di un ipotetico salario minimo sono circa 20 mila. Ma cos’è successo di così straordinario in un solo anno da far crollare i working poor dal 28 per cento allo 0,2 per cento? E’ cambiato il presidente dell’Inps. Non c’è stata cioè una rivoluzione nel mercato del lavoro italiano, ma c’è semplicemente stata una rivoluzione nel mercato politico che ha cambiato un solo posto di lavoro.
Così l’anno scorso, quando al vertice dell’Istituto c’era Pasquale Tridico, uomo collaterale al M5s, l’obiettivo del rapporto dell’Inps era quello di gonfiare le cifre per mostrare l’impatto miracolistico del salario minimo: quindi si sceglieva una soglia altissima (9 euro l’ora, esclusa la 13esima mensilità) e si includevano dentro quanti più lavoratori possibili senza guardare molto al dettaglio. Quest’anno, che al vertice dell’Inps c’è Micaela Gelera, scelta dal governo Meloni come commissario proprio per mandare via Tridico, l’obiettivo del rapporto è quello di sgonfiare le cifre per mostrare l’inutilità del salario minimo: quindi si sceglie una soglia più bassa, seppure in linea con gli standard internazionali (60 per cento del salario mediano), ma si escludono quanti più lavoratori è possibile scegliendo mesi senza molti stagionali, togliendo gli intermittenti, poi i part-time, pure gli apprendisti, infine quelli in malattia o maternità... alla fine non resta quasi più nessuno.
Da 4,3 milioni a 20 mila. Ciò che è cambiato è appunto il vertice dell’Inps, ma il metodo è rimasto lo stesso: torturare i dati per compiacere il governo di turno. La dimostrazione che ormai l’Inps, l’ente che gestisce centinaia di miliardi e la gran parte del bilancio pubblico, è stato trasformato in una specie di agenzia di propaganda.