editoriali
I nuovi dati Istat contengono una notizia buona (il debito) e una cattiva (la spesa) per l'Italia
Nel 2021 il pil è cresciuto più del previsto. Questo ha permesso di abbassare (di poco) il deficit. Ma nello stesso tempo sono aumentate le uscite: vedi alla voce Superbonus
L’Istat ha effettuato una revisione dei conti economici nazionali, che generalmente è marginale, mentre stavolta è più rilevante del solito. L’aggiornamento porta con sé una notizia buona e una cattiva. Il dato positivo è che, rispetto alle stime di aprile, è stata rivista al rialzo di 1,3 punti la crescita del 2021, che così sale all’8,3 per cento, mentre è rimasta invariata al 3,7 per cento quella del 2023. Di conseguenza, c’è un importante miglioramento del rapporto tra debito pubblico e pil, che scende dal 149,8 al 147 per cento nel 2021 e dal 144,7 al 141,6 per cento nel 2022. Sono tre punti in meno e vuol dire, qualora fosse mantenuto il trend di discesa indicato nel Def, che nel 2023 il debito dovrebbe scendere sotto il 140 per cento. E’ un segnale importante, soprattutto ora che aumentano i tassi di interesse e le pressioni sul debito. Per quanto riguarda il deficit, invece, le variazioni sono minime.
La rettifica al rialzo delle entrate, fa migliorare il deficit del 2021 che scende dal 9 all’8,8 per cento; mentre per il 2022 il deficit è rimasto invariato all’8 per cento nonostante una revisione al rialzo delle entrate. Perché? E qui arriviamo alla notizia cattiva. Perché sono state riviste in aumento anche le uscite, principalmente dovute ai contributi agli investimenti per 4,5 miliardi “per la maggior parte a seguito dell’aggiornamento delle informazioni sulla spesa sostenuta per i bonus edilizi (Superbonus e Bonus facciate)”. In pratica il Superbonus si è mangiato tutto il miglioramento, visto che la sua spesa continua ad aumentare anche nel passato. E questo è un pessimo segnale anche per il futuro visto che, nonostante la presunta “stretta” del governo Meloni con il decreto di febbraio, la spesa per il Superbonus è continuata a galoppare per tutto il 2023 a un ritmo di circa 3 miliardi al mese. Per la legge di Bilancio il governo partirà quindi con un debito più basso, ma anche con una spesa che corre più del previsto e che rischia di mangiare tutti i margini finanziari.