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editoriali

Eurostat certifica che la stretta sul Superbonus non c'è stata

Redazione

La revisione statistica dimostra che le famose norme più restrittive sul bonus edilizio non sono state affatto tali. Ragioni in più per preoccuparsi della crescita del debito pubblico

Eurostat, dopo un’approfondita interlocuzione con l’Istat, ha comunicato che anche per il 2023 i crediti fiscali del Superbonus saranno considerati  “pagabili”. La comunicazione era attesa dal Mef e comporta un effetto che è solo contabile: i crediti d’imposta emessi quest’anno andranno contabilizzati integralmente nel bilancio del 2023 e non spalmati su cinque esercizi. La decisione dell’ufficio statistico europeo conferma quella presa all’inizio dell’anno, quando tutti  i bonus edilizi emessi dal 2020 passarono da “non pagabili” a “pagabili”. Il cambio di catalogazione è dovuto, in sostanza, alla probabilità che i tax credit emessi dal Tesoro  vengano scontati: quanto più è alta questa probabilità, tanto più i crediti vengono ritenuti come una spesa certa – quindi “pagabili” – e perciò contabilizzati immediatamente come deficit.

 

Considerato che dal punto di vista del debito pubblico non cambia nulla, per il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti potrebbe sembrare una buona notizia dato che scaricare integralmente i crediti sul 2023 lascia qualche margine di deficit in più per i prossimi anni quando entrerà in vigore il nuovo Patto di stabilità. Ma in realtà c’è un risvolto negativo più sostanziale. Il governo aveva varato un decreto a febbraio per fermare il Superbonus proprio dopo la prima decisione di Eurostat. Ma la conferma di quella linea da parte dell’istituto statistico, dovuta al fatto che i crediti edilizi hanno continuato per tutto il 2023 a seguire i criteri precedenti, dimostra che la presunta “stretta” – tanto contestata dalle opposizioni – non è stata affatto tale. Il Superbonus ha continuato a correre come prima, a un ritmo di oltre 3 miliardi al mese. Oggi, con la pubblicazione della Nadef che mostrerà un deficit superiore al 5 per cento, si vedrà che l’impatto del Superbonus anche per il 2023 sarà stato di oltre 1 punto di pil. E questo, a prescindere da come viene contabilizzato, è il problema reale perché ha una ripercussione reale sul debito pubblico. La vera “stretta” sul Superbonus ancora non si è vista, purtroppo.

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