editoriali
L'Istat sbugiarda Landini: in un anno i contratti stabili crescono più di quelli precari
Dopo lo stop di luglio, ad agosto è tornato a crescere il tasso di occupazione. Un incremento che su base annua riguarda soprattutto i lavori dipendenti, contrariamente a quanto dice il segretario della Cgil
Dopo la battuta di arresto di luglio, che dopo sette mesi di crescita aveva registrato un calo di 73 mila occupati, il mese successivo l’occupazione è tornata a crescere. Secondo i dati dell’Istat, ad agosto 2023 l’occupazione è aumentata dello 0,3 per cento (più 59 mila unità) portando il tasso di occupazione un decimale più su, al 61,5 per cento, vicino di nuovo al record storico. L’incremento, osservato per uomini e donne, dipendenti e autonomi, coinvolge i 25-34enni e i maggiori di 50 anni di età. Si tratta di un segnale positivo, che arriva in un periodo complicato dalla politica monetaria restrittiva della Bce e dal rallentamento dell’economia europea (in particolare della Germania, a cui l’industria italiana è molto legata) e dopo diversi indicatori di segno opposto: la contrazione del pil nel secondo trimestre (-0,4 per cento) e, appunto, il calo dell’occupazione registrato nel mese di luglio.
L’Istat dice che oltre all’aumento dell’occupazione, c’è un calo delle persone in cerca di lavoro (-3,2 per cento, pari a -62 mila unità), che fa scendere il tasso di disoccupazione al 7,3 per cento. Resta invece stabile il tasso degli inattivi. Rispetto al mese precedente, gli occupati aumentano soprattutto tra i dipendenti a termine, ma va considerato che anche il calo di luglio era avvenuto principalmente tra i dipendenti a termine. La tendenza su base annuale, invece, mostra uno scenario opposto. Nel numero degli occupati che si attesta a circa 23,6 milioni, rispetto ad agosto 2022, si registra un aumento di 550 mila dipendenti permanenti e un calo di 74 mila unità fra i dipendenti a termine. Insomma, l’opposto di ciò che afferma Maurizio Landini: commentando i dati dell’ultimo anno di governo, il segretario della Cgil ha detto che “aumenta l’occupazione precaria” perché “sono aumentati contratti a termine non a tempo indeterminato”. L’Istat certifica che da almeno un anno accade l’esatto contrario.