Festa dell'ottimismo
Giavazzi: "Il nuovo Patto di stabilità è una rivoluzione. Dovremmo essere grati a Gentiloni"
L'ex consigliere economico di Draghi intervistato all'evento del Foglio spiega le nuove regole fiscali europee. Sul Superbonus: "Draghi ha tentato di limitarlo ma il Parlamento si è opposto"
"Il punto non è la spesa per rifare le facciate o gli infissi delle case. Un paese può decidere di spendere il 3 per cento del pil nell’ambito della transizione verde per rifare le abitazioni. Il problema è che questi crediti di imposta sono stati resi liquidi. Così si sono resi decine di miliardi spendibili subito, e questo ha avuto un effetto sull’economia. Il premier Draghi ha cercato di rallentare tutto questo. L’idea era di spalmare nel tempo questi 100 miliardi di euro, ma il Parlamento si è sempre opposto. L’unica cosa che avrebbe potuto fare Draghi era dimettersi, ma l’ipotesi di dimissioni è sempre stata esclusa dall’accordo implicito tra presidente della Repubblica e presidente del Consiglio”. Lo ha affermato l’economista Francesco Giavazzi, ex consigliere economico del premier Draghi, intervistato da Luciano Capone alla Festa dell’Ottimismo del Foglio.
“Nella discussione sul nuovo Patto di stabilità c’è una novità che non sempre viene colta”, ha spiegato Giavazzi. “Le regole non sono più sul deficit ma sulla spesa. Questa è una differenza fondamentale, perché se si impone una regola sulla spesa, se c’è una recessione non bisogna fare una correzione di bilancio. Questo fu l’errore del 2011-2012, quando venne fatta una politica di correzione di bilancio all’inizio di una recessione e il pil scese del 2 per cento per tre anni. Con la regola sulla spesa (al netto della componente ciclica, come la spesa per i sussidi di disoccupazione), si può continuare a spendere, ad esempio per le infrastrutture, e il deficit fluttua a seconda di come va l’economia. Questa è una rivoluzione rispetto al vecchio Patto di stabilità e dovremmo essere grati per molto tempo a Paolo Gentiloni, che è riuscito a convincere la Commissione europea ad accettare questa regola”, ha affermato Giavazzi.
“I paesi rigoristi del nord vorrebbero che comunque il deficit non superasse un certo livello ogni anno, ma questo è contrario alla regola sulla spesa, perché il deficit deve proprio poter superare quel livello se c’è una ragione per farlo”, ha concluso Giavazzi.