il vertice a Bruxelles
Meloni faccia a faccia con il Mes: "L'Italia ratifichi", dice il presidente dell'Eurogruppo
Al vertice dei leader degli stati membri si torna a parlare del nuovo trattato del Meccanismo europeo di stabilità. L'Italia osservata speciale. I messaggi a Roma del presidente Donohoe
È il giorno dell'Eurosummit, il vertice dei leader degli stati membri della zona euro. Qui Giorgia Meloni si troverà faccia a faccia con uno dei problemi irrisolti del suo governo agli occhi di Bruxelles: la ratifica del nuovo trattato del Meccanismo europeo di stabilità. L'Italia è l'unico paese a non aver ratificato il Mes e l'Ue inizia a perdere la pazienza.
Ancora prima dell'inizio della riunione, c'è la prima sollecitazione: "È nell’interesse di tutti noi che il trattato Mes venga ratificato e continuerò a lavorare a stretto contatto con il ministro Giorgetti riguardo a ciò", dice il presidente dell'Eurogruppo, Paschal Donohoe. Il voto in Parlamento – salvo nuovi rinvii – è fissato al 24 novembre.
"Apprezzo che questo sia un tema molto delicato nella politica italiana. So che è stato oggetto di molti dibattiti all'interno del Parlamento e lo rispetto – ha spiegato Donohoe – ma la priorità che tutti noi dovremo affrontare è che se il trattato non sarà ratificato da tutti, nessun paese potrebbe accedervi se in futuro ci trovassimo in una situazione di crisi".
Un'exit strategy per i partiti di maggioranza, che prima di andare al governo hanno usato il Mes come bersaglio su cui dirottare le loro campagne “no euro”, potrebbe essere quella di ratificare il trattato sottoponendo il suo eventuale e successivo utilizzo a un nuovo voto in Parlamento. Sul Foglio ne parla oggi Alessandro Cattaneo, deputato e vicecoordinatore di Forza Italia: "Per rassicurare i più preoccupati anche dentro la maggioranza, si può stabilire che in caso di eventuale attivazione del meccanismo sia obbligatorio prima un passaggio parlamentare", è il compromesso proposto. Perché al fondo, dice Cattaneo, "c’è un tema complessivo di credibilità e affidabilità verso il mondo esterno, verso i mercati finanziari, le istituzioni europee e gli altri player internazionali".
D'altra parte, così facendo l'Italia tiene tutti gli altri paesi dell'Unione europei in sospeso e la richiesta di legare la ratifica alla riforma del Patto di stabilità è caduta nel vuoto. Non ci sono altre mosse rimaste. "Anche se l'Italia decidesse di non usare in alcun modo il Mes in futuro, che è assolutamente una sua scelta, magari altri paesi potrebbero decidere di usarlo in futuro", ha detto ancora questa mattina Donohoe, che ha ricordato come parlare di Mes significa parlare di "un elemento importante per rafforzare l'Unione bancaria e assicurare in particolare che il Meccanismo europeo di stabilità, che è uno strumento di gestione di crisi, possa poter accedere a ulteriori decine di miliardi di euro in futuro se necessario".