editoriali
Nuovo record di occupati in Italia: calano gli inattivi, aumentano i contratti stabili
La forza del lavoro in Italia, certificata dall'ultimo bollettino dell'Istat. Notizie positive soprattutto dall'occupazione femminile
I dati dell’Istat di ottobre segnalano, ancora una volta, un mercato del lavoro molto robusto. Gli occupati aumentano di 27 mila unità rispetto al mese di settembre, portando il tasso di occupazione al record storico del 61,8 per cento. Su base annuale, gli occupati sono aumentati di 458 mila unità (+2 per cento), con un incremento che riguarda sia gli uomini sia le donne. Si registra anche un aumento del tasso di disoccupazione al 7,8 per cento. Ma non si tratta di una cattiva notizia. Tutt’altro. Vuol dire che c’è uno choc positivo sul lato dell’offerta di lavoro, aumentano cioè le persone in cerca di occupazione: a ottobre sono 45 mila in più rispetto a settembre. E il dato significativo, su base annua, è che l’incremento è dovuto integralmente all’aumento della componente femminile che storicamente in Italia ha una scarsa partecipazione al mercato del lavoro. Questo choc positivo su occupati e disoccupati si vede nella riduzione del tasso di inattività al 32,9 per cento: il serbatoio degli inattivi si è ridotto di 69 mila unità rispetto al mese precedente e di 531 mila unità rispetto all’anno scorso.
Dal punto di vista qualitativo, l’aumento è dovuto integralmente ai contratti permanenti (+77 mila) mentre sono in calo sia i contratti a termine sia gli autonomi. Su base annua, si registrano 455 mila occupati in più con contratti a tempo indeterminato e 64 mila occupati in meno con contratti a termine (+66 mila gli autonomi). In sostanza, tutti i dati sono positivi: gli occupati aumentano tra le donne e in tutte le fasce d’età, aumentano i contratti stabili a discapito di quelli cosiddetti “precari”, aumentano le persone in cerca di lavoro e si riducono gli inattivi. E’ difficile trovare dei dati negativi. Se non quello della scarsità di manodopera: sono tante le imprese che cercano lavoratori ma non ne trovano. Come ha spesso ricordato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, l’Italia ha dei problemi di offerta, anche nel lavoro, che limitano il potenziale. Servirebbe una politica economica che si concentrasse di più su questo aspetto.