editoriali
La Bce vede vicini i suoi obiettivi
C’è ancora strada da fare per la Banca centrale europea. Ma l’inflazione migliora e l’ottimismo dei mercati anche
Da un lato c’è la Bce, con le sue liturgie, anche nella comunicazione, fatte di cautela e di peso delle parole, perché ha imparato a sue spese quanto vale tenere le porte aperte nella politica monetaria. Dall’altro ci sono i mercati finanziari, sempre molto reattivi e pronti a scommettere sulle future mosse. Ebbene, tra questi due mondi si avverte una netta distanza alla vigilia di quella che è classicamente la riunione più importante dell’anno (in programma per oggi) perché, al di là delle decisioni contingenti sui tassi (che quasi certamente resteranno invariati al 4 per cento), detta la linea per il prossimo anno.
Partiamo dalle previsioni dei mercati che stimano un taglio dei tassi di 120 punti base entro il 2024 a cominciare da una prima sforbiciata già nel primo semestre. Questa stima, come spiega un’analisi della casa d’investimenti Vanguard è guidata da un rapporto sull’inflazione di novembre particolarmente “dovish”, da dati ancora deboli sull’attività economica, da un’apparente inversione di rotta da parte di Isabel Schnabel e da una narrazione simile che sta emergendo per la Fed (che si è riunita ieri sera). Secondo Vanguard, tale previsione potrebbe essere troppo ottimistica poiché il taglio del costo del denaro avverrà l’anno prossimo, ma sarà contenuto in 75 punti base. E le ragioni sono essenzialmente due: il percorso disinflazionistico è stato completato solo al 50 per cento e c’è ancora molta strada da fare, inoltre la quota di servizi con tassi d’inflazione elevati rimane alta (ristoranti e alberghi e ricreazione e cultura sono i settori più “caldi”). “È probabile che sia necessario un significativo indebolimento del mercato del lavoro per normalizzare rapidamente l’inflazione dei servizi”, sostiene Vanguard. A ogni modo, l’attesa di una riduzione del costo del denaro nel 2024 è il sentiment più diffuso oggi tra gli operatori che si basa sul presupposto che nella zona euro l’inflazione potrebbe raggiungere il target del 2 per cento a settembre. Si vedrà oggi quanto la Bce tenderà a incoraggiare questo sentiment.