Editoriali
I fantaretroscena sul Mes
Inventare ipotesi di espulsione dell’Italia è una sciocchezza che non serve a niente
Nei giorni successivi alla sciagurata bocciatura della ratifica della riforma del Mes, a opera della maggioranza trasversale FdI-Lega-FI-M5s, in Italia abbiamo letto ricostruzioni e scenari surreali. Sui autorevoli quotidiani nazionali è stato scritto, addirittura, che dopo “lo strappo di Meloni” le “cancellerie europee” starebbero organizzandosi per creare un “Mes senza l’Italia”. La tesi è, quindi, che tutti i paesi dell’Eurozona che hanno sottoscritto e ratificato la riforma del Mes stanno valutando l’esclusione dal Fondo salva stati dell’Italia.
Le ipotesi sarebbero due: espellere l’Italia dal Mes, oppure affiancare all’attuale Fondo a 20 stati un altro Mes a 19 stati (senza l’Italia). Si tratta di uno scenario fantascientifico, in primo luogo perché se è possibile uscire dal Mes non è possibile essere sbattuti fuori. Non solo perché non esiste una procedura, ma perché sarebbe contro il trattato del Mes che non solo prevede la partecipazione dei paesi dell’Eurozona (“Tutti gli stati membri della zona euro diventeranno membri del Mes”) ma serve proprio a garantire “la stabilità finanziaria della zona euro” (non a caso si chiama Meccanismo europeo di stabilità). Ed è evidente che l’esclusione dell’Italia, sia pure attraverso l’istituzione di un irrealistico secondo “Mes a 19” produrrebbe una destabilizzazione finanziaria non solo dell’Italia ma di tutta l’Eurozona (si pensi banalmente al fatto che strumenti decisivi della Bce, come le Omt, sono condizionati alla sottoscrizione di un memorandum con il Mes – quale dei due?). Insomma, l’Italia non verrà espulsa non solo perché è tecnicamente impossibile ma soprattutto perché non ha alcuna logica economica: produrrebbe un danno enorme, probabilmente una crisi in tutta Europa. L’Italia ha commesso un grave errore politico non ratificando il Mes, ma non c’è bisogno di inventare fantaretroscena che prefigurano l’Apocalisse finanziaria per capirlo. Soprattutto perché, siccome poi l’Apocalisse non si verifica, i cittadini sono portati a pensare che alla fine l’errore non è stato così grave.