editoriali
L'Italia è più ferma dei suoi taxi
Il Wall Street Journal: l’immagine delle code in attesa fotografa 30 anni di stagnazione
Fare un ritratto dell’immobilismo economico italiano partendo dalle code per i taxi alla stazione è forse una scelta un po’ troppo facile, come scattare una foto da turisti a Firenze e pensare di aver capito il Rinascimento. Ma Natale viene per tutti, e anche il Wall Street Journal prende la strada più semplice per spiegare le cose. Interessante, però, che lo faccia partendo da Milano – “Trovare un taxi nella capitale finanziaria italiana quando piove richiede lunghe file e pazienza. Durante le fiere e le sfilate di moda è ancora più difficile”. Tutto vero, anche se noi italiani saremmo partiti da Roma o dai tassisti luddisti di Bologna.
Ma il punto è chiaro: non soltanto “l’immagine”, ma la realtà che il nostro paese offre a visitatori (interlocutori? investitori?) stranieri è quella di un paese che “non riesce a rimettersi in moto”, è il titolo dell’articolo, e “le code ai taxi sono un indizio su 30 anni di stagnazione”. Ci sarebbero anche i bagnini, la pubblica amministrazione, le retribuzioni bloccate. Ma il Wsj aiuta a ricordare che non servono lamentazioni, ma riforme. Serve crescita. “La domanda aumenta, ma il numero dei taxi rimane lo stesso”, significa non crescere. “I tassisti italiani si sono riparati per anni dalla concorrenza” è il segno di una cultura del non rischio, e nel peggiore dei casi familista” e di una “sclerotica economia”. “Una delle ragioni principali della stagnazione è il potere dei gruppi di interesse che ostacolano con successo gli sforzi volti a stimolare la concorrenza, l’innovazione e la produttività”. Giudizi noti. Ma forse fa bene ricordare che i problemi sono gravi: “Secondo la Banca mondiale l’economia italiana è calata dell’1,5 per cento rispetto al 2007, e nello stesso periodo l’economia tedesca è cresciuta del 17, quella francese del 13, e quella degli Stati Uniti del 28 per cento”. In Italia, “secondo il servizio statistico dell’Ue, solo il 55 per cento delle donne in età lavorativa sono occupate, il livello più basso dell’Unione”. I taxi sono una cartolina da Alberto Sordi su cui qualcuno farà pure dell’ironia. Un paese che rischia il coma, non fa ridere.