editoriali

Viva il nuovo mercato energetico

Redazione

Perché uscire dalla “maggiore tutela” tutelerà di più i consumatori. Si parte

Mercoledì l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera) ha aperto le buste con le offerte delle imprese fornitrici di energia elettrica per aggiudicarsi i circa 4,5 milioni di clienti non vulnerabili per i quali, il primo luglio 2024, cesserà la fornitura di “maggior tutela”. Si tratta del punto di arrivo di un percorso lungo e tutt’altro che lineare. La decisione era attesa da tempo: nel 2007, la tutela fu introdotta come meccanismo “transitorio” per accompagnare i consumatori dal monopolio alla concorrenza. Dieci anni dopo, nel 2017, si stabilì che il mercato era ormai maturo e che si poteva arrivare al traguardo. Da allora, non si contano le proroghe, le inversioni di marcia e i cambiamenti improvvisi d’opinione.

 

Gli ultimi mesi – quelli che avrebbero dovuto segnare il compimento di una riforma che nel frattempo era stata inserita nel Pnrr – sono stati per certi versi i più complicati: il governo, che a maggio aveva messo in moto il meccanismo per arrivare alle aste a dicembre, si è avvitato in un travaglio con annunci e smentite di ulteriori proroghe. A ogni modo, adesso ci siamo e tra pochi giorni verrà fatta giustizia di tante fake news diffuse da maggioranza e opposizione. Quando, il 6 febbraio, l’Autorità pubblicherà gli esiti delle aste, finalmente vedremo se e quanto i consumatori coinvolti potranno risparmiare.

 

Intanto, è finora mancata la famigerata campagna di informazione che la legge richiede dal 2017 e che il ministro Gilberto Pichetto Fratin aveva invocato come motivo della proposta di rinvio. Di quella campagna c’è un bisogno vero, perché la confusione – già elevata – è arrivata alle stelle durante le scorse settimane; e la confusione è il brodo di coltura delle truffe. Il governo non dovrebbe perdere tempo bensì varare subito una campagna ad ampio raggio per spiegare cosa succederà ai consumatori ancora serviti in tutela, e a tutti gli altri i loro diritti e le loro opportunità. Al momento è stato stanziato un milione di euro: poche risorse che vanno spese presto e bene. Adelante.

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