editoriali
L'impatto degli attacchi houthi sull'inflazione
I raid delle milizie nel Mar Rosso rallentano le catene di approvvigionamento globali. Gli effetti potrebbero vedersi anche sulle politiche monetarie delle banche centrali. Ma ci sono tre motivi per essere ottimisti
Le crescenti tensioni geopolitiche in Medio Oriente possono pesare sulla politica monetaria rallentando il taglio dei tassi nel 2024 a causa dei rischi di nuove fiammate dell’inflazione dovute a interruzioni nelle catene di approvvigionamento. E’ l’ipotesi che circola tra gli operatori di mercato che temono di assistere a un film già visto dopo la pandemia. A seguito degli attacchi dei ribelli houthi in Yemen alle navi che attraversano il Mar Rosso e che fanno rotta verso il Canale di Suez e le principali economie globali, le maggiori compagnie di trasporto marittimo hanno già segnalato notevoli ritardi nelle consegne. E Schroders, una delle più antiche case d’investimento d’Europa, osserva che le immagini satellitari mostrano che nessuna nave diretta verso i principali porti europei, statunitensi o britannici, sta attraversando il Mar Rosso, preferendo deviare verso l’Africa meridionale. A questo si aggiungono i problemi di siccità nel Canale di Panama e le difficoltà nella rotta di navigazione del Reno, fondamentale per i produttori tedeschi. “Sembra che le catene di approvvigionamento globali debbano affrontare una tempesta perfetta colma di rischi”, dice Schroders.
Tutto ciò evoca le difficoltà sorte subito dopo il Covid, che contribuirono alla fiammata dei prezzi e successivamente alla stretta monetaria delle banche centrali. La storia è destinata a ripetersi? Per la casa d’investimento ci sono tre motivi per essere ottimisti. Il primo è che la domanda oggi è più debole dopo il boom seguito alla riapertura post Covid; il secondo è che la domanda è più orientata ai servizi che ai beni manifatturieri; il terzo è che sul fronte dell’offerta l’economia è in condizioni decisamente migliori rispetto al periodo del lockdown. Tuttavia, “un rischio più immediato per l’inflazione globale subentrerebbe se le tensioni in medio oriente iniziassero a influenzare l’offerta di materie prima, in particolare facendo salire i prezzi dell’energia”. Insomma, l’operazione contro gli houthi serve anche a supportare il lavoro delle banche centrali.