editoriali

Fitto striglia i suoi sulla concorrenza

Redazione

Gli emendamenti sulle concessioni idroelettriche mettono a rischio il Pnrr

Il segnale che non è possibile forzare la mano con Bruxelles arriva con una lettera ai capigruppo di maggioranza. La firma il ministro degli Affari europei Raffaele Fitto, quello che da più di un anno è impegnato a tessere rapporti di fiducia con tecnici e rappresentanti della Commissione europea, garantendo loro che l’Italia farà tutti i compiti a casa previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. E’ a lui che tocca contenere le fughe in avanti di chi nella sua stessa maggioranza si intesta battaglie per difendere interessi particolari senza curarsi di scucire quello che intanto cuce lui in Europa. L’ultimo caso è tecnico solo in apparenza e riguarda la messa a gara delle concessioni idroelettriche, tra le riforme vincolanti del Pnrr nell’ambito della concorrenza.

 

Tutti i partiti di maggioranza, insieme a Italia Viva, hanno presentato alcuni emendamenti che permetterebbero alle regioni di riassegnare le concessioni in scadenza alle imprese uscenti, fatte salve certe condizioni. Nella lettera, Fitto spiega che la norma è una minaccia per la quinta rata del Pnrr che l’Italia ha formalmente richiesto a dicembre in cambio del raggiungimento di 52 obiettivi, tra cui l’entrata in vigore delle misure legate alla concorrenza. L’effetto di scardinare il meccanismo delle gare, mette in guardia il ministro, potrebbe essere quello di ritardare il versamento della quinta rata o addirittura causarne un taglio.

 

L’avvertimento  è rivolto a tutta maggioranza, ma diventa un caso soprattutto se si guarda dentro FdI. In prima fila, a sostenere la tutela delle concessioni, ci sono diversi esponenti del partito del ministro. Lui tratta in Europa, loro difendono le lobby. Lui cerca di evitare strappi a Bruxelles (vedi Mes), loro puntano i piedi su concessioni idroelettriche, balneari e ambulanti. E va bene giocare con il consenso interno, tenere il punto per non lasciare troppo spazio alla Lega, ma c’è un limite alle marachelle. Questo limite è la sfida più importante ereditata dal governo Meloni: l’esecuzione del Pnrr. Se neppure FdI riesce a restare unita su questo, allora siamo alla scissione dell’atomo.

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