editoriali
Nuove prove di terzo polo bancario
I numeri positivi di Bpm allontanano i retroscena sulle nozze con Unicredit. Per l'ad Giuseppe Castagna, il piano per la banca meneghina "è partito molto forte". Il resto può attendere
"Siamo noi il terzo polo bancario”. L’amministratore delegato di Banco Bpm, Giuseppe Castagna, che ieri pomeriggio ha presentato i risultati 2023 alla comunità finanziaria, con un utile di 1,3 miliardi (più 85 per cento rispetto al 2022), conferma il ruolo che la banca milanese intende svolgere nel panorama nazionale del credito, mai stato in buona salute come in questo periodo grazie alla fase di mercato particolarmente favorevole e alla maggiore solidità patrimoniale raggiunta. Per Castagna, il nuovo piano strategico approvato a dicembre, che, va ricordato, si basa su una logica cosiddetta “stand alone”, consentirà in futuro di accrescere ulteriormente gli ottimi risultati del 2023, che hanno permesso sia di aumentare la creazione di valore per i soci (dividendi raddoppiati rispetto al 2022) sia di consolidare la posizione di terza banca italiana, dopo Intesa Sanpaolo e Unicredit.
Con queste premesse, è apparso abbastanza evidente che Castagna intende portare avanti una strategia di crescita che non prevede, per adesso, ipotesi di aggregazione con altri istituti, tantomeno con Mps, nonostante la fase di rilancio che sta attraversando l’istituto senese controllato dal Mef. L’orientamento è più quello di rafforzarsi nelle nelle partnership e nelle partecipazioni già in essere nei settori della bancassicurazione e del risparmio gestito (Credit Agricole-Anima), che poi sono anche quelli che stanno assicurando a tutto il comparto bancario i margini più alti. Del resto, se la banca meneghina è riuscita quasi a duplicare i profitti realizzati 2022 senza rinunciare a politiche di derisking e di rafforzamento patrimoniale, è chiaro che la spinta verso un’aggregazione (che da una parte della base dei soci non è mancata) si affievolisce. Il banco di prova è il nuovo piano industriale 2023-2026 che prevede un utile netto cumulato di 6 miliardi, di cui 4 destinati a remunerare i soci. “Il piano è partito molto forte”, ha detto Castagna, mostrandosi fiducioso di raggiungere gli obiettivi. Tutto il resto può attendere.