editoriali
Sui conti serve un Piano B di Giorgetti
Germania e Francia frenano. All’Italia può servire una correzione di bilancio: ci sono molte incertezze legate a misure costose come i tagli delle tasse. Se l’economia europea frena, l’Italia è esposta alle turbolenze dei mercati
La Commissione europea ha tagliato le stime di crescita per l’eurozona, ma anche i dati nazionali mostrano un rallentamento. L’economia tedesca, secondo le previsioni della Bundesbank, continuerà a contrarsi anche nel primo trimestre del 2024. Gli effetti della recessione (-0,3 per cento) del 2023 si faranno sentire anche quest’anno, tanto che il ministro dell’Economia, Robert Habeck, ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita per il 2024 dall’1,3 per cento allo 0,2 per cento.
Oltre alla crisi dell’industria, innescata dall’aumento del costo dell’energia e dalla frenata dell’export, uno dei problemi della Germania è dato, come osserva la Bundesbank, dall’incertezza del governo sulla politica fiscale dopo la sentenza della Corte costituzionale che ha bloccato i progetti fuori bilancio di transizione energetica da 60 miliardi di euro perché in contrasto con il “freno al debito”.
In Francia non va tanto meglio. La crescita è sì prevista all’1 per cento, ma comunque in ribasso rispetto all’1,4 per cento delle precedenti stime del governo. Questo rallentamento mette in discussione il budget di Emmanuel Macron per il 2024, che peraltro già la Commissione europea riteneva “non in linea” rispetto alle regole comunitarie. Con il rallentamento del pil mancano all’appello 10 miliardi di euro, che il ministro delle Finanze Bruno Le Maire ha annunciato di voler recuperare attraverso riduzioni di spesa invece che aumentando le tasse.
Il problema fiscale, il grande tema taciuto in Europa, non può non riguardare l’Italia, che ha il debito pubblico al 140 per cento e in crescita secondo le stime di Bruxelles. Parlare di manovra correttiva è tabù, visto che ci sono le elezioni europee. Ma sul bilancio italiano ci sono molte incertezze legate a misure costose come i tagli delle tasse, su contributi e Irpef, che costano 15 miliardi e sono in scadenza: se l’economia europea frena, l’Italia è esposta alle turbolenze dei mercati. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti fa bene a rassicurare tutti che i conti sono a posto, ma farebbe meglio a preparare un Piano B.