editoriali
I giudici danno ragione ai benzinai: bocciato il cartellone di Urso
Il Consiglio di stato accoglie il ricorso del ministero ma annulla l'articolo con l'obbligo di esposizione del prezzo medio regionale: "Oneri irragionevoli e sproporzionati"
Non è solo inutile, ma pure irragionevole e sproporzionato. Dopo l’Antitrust, anche il Consiglio di stato boccia l’obbligo per i distributori di carburanti di esporre il cartello con il prezzo medio regionale. La sentenza stronca la misura introdotta dal ministro delle Imprese Adolfo Urso, che un anno fa ingaggiò un braccio di ferro con i benzinai accollando loro oneri che i giudici definiscono oggi “irragionevoli e sproporzionati rispetto alla limitata utilità che l’informazione relativa al prezzo medio, in sé considerata, può avere”. Alla fine avevano ragione loro. Anche se il ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) non lo ammette, preferendo sottolineare come la pronuncia del Consiglio di stato accolga il ricorso contro la sentenza del Tar che annullava l’intero decreto per motivi procedurali. Una verità parziale, perché pur salvando il resto del decreto, la sentenza di oggi cancella l’articolo da cui nasce la contesa, cioè quello che prescrive le modalità con cui esporre il cartello: una vittoria dei benzinai su tutta la linea. Interessanti sono le considerazioni. Pur ammettendo che non è compito loro stabilire l’utilità del cartellone, i giudici ricordano che l’informazione che il Mimit ha reso obbligatoria esporre è già disponibile online e propone, ad esempio, un più agile ed economico QR Code che rimandi al sito con i dati aggiornati. Si fa inoltre notare l’assurdità della comunicazione al consumatore: chi legge il cartello sa che esistono dei distributori che praticano prezzi più bassi (o più alti) di quelli del distributore in cui si trova, ma non sa dove siano. Un limite aggirabile consultando il sito del ministero con tutti i prezzi aggiornati. Ora i gestori invitano il ministro “a prendere atto” di quanto descritto dai giudici, ma Urso non sembra volerne sapere. Anzi, a leggere la nota con cui il Mimit ha commentato la sentenza, il ministro pare motivato ad andare avanti nella sua crociata, convinto aver abbassato l’ inflazione con il cartello alle pompe di benzina e il carrello tricolore. Eppure, basterebbe dire “ci siamo sbagliati”.