Editoriali
Cercasi disperatamente concorrenza. Sui taxi è l'ora della svolta
L’Antitrust oggi, la Consulta tra qualche giorno. Bisogna uscire dalla gabbia della regolazione tassinara e cominciare a respirare, altrimenti non se ne caverà mai nulla
Nel gioco dell’oca sui taxi ora tocca all’Antitrust, dopo il turno del governo (attraverso il ministro delle Imprese), dei comuni, in risposta al governo, delle regioni, in dialettica con i comuni. L’autorità per la concorrenza non può che rilevarne la mancanza in un settore dove palesemente la domanda del servizio supera l’offerta e la disponibilità di operatori sul mercato è bloccata all’origine grazie al sistema delle licenze. Ma sono proprio la forte regolazione già presente e il regime delle concessioni a dare meno possibilità di esito positivo al monito dell’Antitrust. Perché nel mondo bloccato dei taxi non siamo di fronte a una mancanza di concorrenza tra diverse imprese ma a una specie di fornitore unico del servizio, garantito dalla legge, rappresentato dal totale dei tassisti e dalle loro licenze. Tra di loro poi non c’è questione di concorrenza né di politiche dei prezzi, perché è tutto regolato, dagli orari alle tariffe, dai turni al trattamento dei passeggeri. Senza allargare la visuale l’Antitrust non potrà fare altro che constatare la specifica regolazione del servizio (pubblico) dei taxi e ingranare la marcia indietro. Con uno sguardo più largo, però, si possono aprire altri scenari.
A cominciare dall’apertura di un servizio simile a quello del taxi da affidare a società come Uber o qualunque altra piattaforma (perché non farne nascere una italiana, visto che la domanda di mobilità è forte?). E dalla messa a gara degli altri servizi pubblici di linea, con la possibilità di avviarne di innovativi, ad esempio con minivan che a un costo minore del taxi colleghino i punti nevralgici del trasporto urbano. Bisogna uscire dalla gabbia della regolazione tassinara e cominciare a respirare, altrimenti non se ne caverà mai nulla. E il gioco dell’oca, tra qualche settimana, ripartirebbe dal ministero e dai comuni. E chissà che nelle prossime ore la Consulta, chiamata a rispondere a una storia di innovazione calabrese nel trasporto pubblico locale, non offra un assist per fare un passo avanti nell’innovazione del mondo dei taxi.