Editoriali
Il flop di Telecom viene da lontano
Il piano dell'ad Pietro Labriola viene salutato con un meno 24 per cento in borsa. Cosa è andato storto
Che per Telecom Italia fosse un appuntamento cruciale si sapeva – la presentazione agli analisti del primo piano strategico (2024-2026) senza la rete fissa. Ma nessuno poteva immaginare che sarebbe finito in un bagno di sangue. Il titolo dell’ex monopolista telefonico ha perso ieri circa un quarto del suo valore di mercato (-24 per cento).
La spiegazione più accreditata è che i conti sul debito non tornano (sarebbe spuntato un miliardo in più rispetto alle attese), ma è anche vero che si sono registrati volumi anomali negli scambi di borsa, movimenti sui quali il ceo Pietro Labriola ha detto che andrà fatta chiarezza. Ad ogni modo, il mondo degli investitori si è mostrato molto freddo fin dal mattino sul piano Telecom, che mercoledì sera era stato in parte anticipato dalla società. Ma è stato nel pomeriggio, quando Labriola cercava di spiegare in un incontro a Roma con la comunità finanziaria come sarà la nuova Telecom, che le azioni hanno cominciato a precipitare fermandosi solo quando a Piazza Affari è arrivata l’ora di chiusura.
Cos’è andato storto? Praticamente tutto. Il debito monstre (oltre 20 miliardi di euro) è sempre stato il grande problema di Tim insieme alla sua scarsa capacità di generare ricavi nel business dei servizi telefonici rendendolo sostenibile, critica più volte avanzata anche da questo giornale. Ma nel momento in cui l’infrastruttura di rete viene ceduta al fondo Kkr, in un’operazione che coinvolge lo stato italiano (il closing è previsto tra giugno e agosto), l’aspettativa è vedere il debito residuale fortemente abbattuto oggi e ridimensionarsi ancora fino al 2026 quando si concluderà il piano strategico. E invece, a conti fatti, tra tre anni resteranno sulla testa di Tim 6,8 miliardi di debiti, 1 miliardo in più del previsto, secondo le stime degli analisti, che, però sono apparsi anche confusi dalla definizione del perimetro della nuova Telecom (con o senza Sparkle?). Dulcis in fundo, Vivendi ieri sera ha annunciato di avere svalutato la sua partecipazione in Tim di 1,34 miliardi. Davvero una giornata da dimenticare.