editoriali
Lagarde, taglio o non taglio?
La politica senza prospettive della Bce disorienta i mercati e manda in rosso le Borse
La Bce di Christine Lagarde va avanti senza la forward guidance, vale a dire senza orientare le aspettative di politica monetaria come era solita fare la banca centrale, e così la sua decisione di lasciare invariati i tassi offrendo un’apertura (limitata) sui tagli per giugno è stata recepita dai mercati come un segnale negativo quando, invece, era scontata. Consistenti cali si sono visti un po’ su tutte le borse europee ieri, con Milano in calo di quasi l’1 per cento, complice il dato deludente sulla produzione industriale a febbraio (in crescita da gennaio dello 0,1 per cento contro le aspettative degli analisti dello 0,6). Il punto, che viene messo in evidenza da alcuni osservatori, è che l’Eurotower continua a non trasmettere un messaggio di tipo prospettico.
Lagarde ha rivendicato, con più determinazione del solito, l’approccio step by step: “Siamo dipendenti dai dati non dalla Fed”, ha risposto a chi le chiedeva un paragone con la politica monetaria americana. E tra due mesi saranno disponibili molti più dati che potrebbero gettare le basi per l’inizio dei tagli. Ma non è neanche detto perché tutto dipenderà dall’inflazione dei servizi (che resta alta) e dai rischi di un aumento dei salari. Il messaggio che viene veicolato dal board di Francoforte, insomma, è che l’attuale livello dei tassi (4,5 per cento) sta contribuendo al processo di disinflazione in atto (il livello dei prezzi è sceso nell’Eurozona al 2,4 per cento a marzo) ma che le sue decisioni future “assicureranno che i tassi di riferimento restino sufficientemente restrittivi finché necessario”.
Una frase che ha colto di sorpresa perché il target del 2 per cento è previsto venga raggiunto solo nel 2025. E quand’anche i tagli cominciassero a giugno, il board della Bce ritiene (a maggioranza) di non vincolarsi a un percorso di riduzione. Così, quante ce ne saranno di sforbiciate per fine anno, due, tre o quattro? Troppa incertezza per i gusti degli investitori che da qualche giorno, ormai, stanno invertendo la rotta verso una correzione delle loro previsioni che si sono rivelate fin troppo ottimistiche.