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La crescita dell'Italia fuori dallo zerovirgola

Redazione

L’Istat rivede al rialzo le stime del pil e concorda con il Mef: +1 per cento

Quando il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, presentò il Def a molti sembrò – anche a questo giornale – che le previsioni di crescita all’1 per cento erano un po’ troppo ottimistiche. In un contesto economico difficile, con una politica fiscale di rientro dal deficit  e una politica monetaria restrittiva, sembrava quasi un modo per rendere i conti pubblici italiani un po’ più presentabili. E invece, come peraltro è accaduto diverse volte negli ultimi anni, le stime del Mef si stanno rivelando corrette, più precise di quelle di tanti osservatori nazionali e internazionali che prevedevano una crescita più bassa.  

I dati reali del primo trimestre 2024 hanno mostrato una crescita più vivace del previsto: +0,3 per cento rispetto al trimestre precedente e  +0,7 per cento rispetto all’anno precedente, con una variazione acquisita per il 2024 dello 0,5 per cento. E così ieri l’Istat nella sua nota sulle “Prospettive per l’economia italiana” ha rivisto al rialzo il tasso di crescita, alzandolo dallo 0,7 per cento previsto lo scorso dicembre all’1 per cento che è esattamente la stima del governo Meloni contenuta nel Def approvato lo scorso aprile.

Per l’Istat quest’anno l’aumento del pil verrebbe sostenuto dal contributo sia della domanda interna (+0,7 per cento) sia della domanda estera netta (+0,7), ma con un contributo negativo delle scorte (-0,4). La domanda interna e i consumi privati saranno sostenuti dal rafforzamento del mercato del lavoro (che con 24 milioni di occupati è a livelli record) e dall’aumento delle retribuzioni in termini reali (i rinnovi contrattuali e il calo dell’inflazione consentiranno ai salari di recuperare potere d’acquisto), ma frenati da un aumento della propensione al risparmio (dopo che il tasso di risparmio crollato ai minimi storici durante la fiammata inflattiva). Anche la Commissione Ue, prima dell’Istat, aveva alzato le sue stime di crescita per l’Italia +0,7 a +0,9 per cento. Insomma, Giorgetti non aveva gonfiato i numeri.

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