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Bruxelles apre una procedura d'infrazione per deficit eccessivo contro l'Italia. Giorgetti: "Misura prevista"
L'istruttoria è stata aperta anche per altri paesi come Francia, Belgio e Ungheria. Il ministro dell'Economia: "Con il boom di deficit indotto dalle misure eccezionali non potevamo certo pensare di stare sotto il 3 per cento nel rapporto deficit-pil". Ma rassicura sui piani di sostenibilità economica del governo
La Commissione europea aprirà una procedura per disavanzo eccessivo nei confronti di sette stati membri tra cui l'Italia. Gli altri paesi sono Belgio, Francia, Ungheria, Malta, Polonia e Slovacchia. Bruxelles ha presentato oggi una relazione nell'ambito della procedura per i disavanzi eccessivi valutando la situazione di 12 stati membri: per Repubblica ceca, Estonia, Spagna, Slovenia e Finlandia non ha ritenuto che ci fossero le condizioni per una procedura di infrazione.
La relazione è solo il primo passo verso l'apertura delle procedure per disavanzo eccessivo, che come abbiamo raccontato sul Foglio saranno posticipate per evitare tensioni mentre sono in corso le trattative sulla composizione della nuova Commissione europea e sulla scelta dei cosiddetti “Top Jobs”. I prossimi passi saranno prendere atto del parere del Comitato economico e finanziario e proporre al Consiglio l'apertura formale della procedura per tutti gli stati segnalati a luglio 2024.
"La procedura di infrazione non è una notizia, era ampiamente prevista", ha commentato il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti a margine della presentazione del rapporto annuale dell'Upb oggi in Parlamento. "D'altronde – ha continuato – con il boom di deficit indotto dalle misure eccezionali non potevamo certo pensare di stare sotto il 3 per cento. Abbiamo un percorso avviato dall'inizio del governo di responsabilità della finanza pubblica sostenibile, che è apprezzata dai mercati e dalle istituzioni Ue, andremo avanti così, quindi non è niente di sorprendente, anzi all'applicazione delle vecchie regole del Patto".
In Italia, spiega in particolare la Commissione europea, “permangono vulnerabilità legate all'elevato debito pubblico e alla debole crescita della produttività in un contesto di fragilità del mercato del lavoro e alcune debolezze residue nel settore finanziario, che hanno rilevanza transfrontaliera”. Nel rapporto Bruxelles indica che il rapporto debito/pil è notevolmente diminuito rispetto al suo picco durante la crisi pandemica, principalmente a causa della forte crescita del pil nominale, ma “è ancora elevato, pari a oltre il 137% del pil nel 2023, e si prevede che la tendenza al ribasso si invertirà quest’anno e il prossimo”. La conclusione è che “sono chiaramente necessarie ulteriori azioni per ridurre l’elevato rapporto debito pubblico”. La raccomandazione è quella di "presentare tempestivamente il piano fiscale-strutturale a medio termine. In linea con i requisiti del Patto di stabilità e crescita riformato, limitare la crescita della spesa netta nel 2025 a un tasso compatibile con l'inserimento del debito pubblico su una traiettoria plausibilmente discendente nel medio termine e la riduzione del disavanzo pubblico verso il 3% del Pil, come da riferimento nel Trattato".
Tra le altre raccomandazioni di Bruxelles all'Italia c'è anche quella di "definire una strategia industriale e di sviluppo per ridurre il divario territoriale, razionalizzando le attuali misure politiche e tenendo conto dei progetti infrastrutturali chiave e delle catene di valore strategiche, nonché affrontare le restrizioni alla concorrenza, in particolare nel settore del commercio al dettaglio, delle professioni regolamentate e delle ferrovie".