Il governatore della Banca d'Italia Fabio Panetta (Foto Ansa)

editoriali

Senza Pnrr non si cresce: fare presto. I dati Bankitalia

Redazione

Le nuove stime sul pil di Palazzo Koch ricordano che non basta prendere i soldi dall’Ue per crescere: incassare i soldi, evidentemente, non equivale a spenderli

Nei giorni scorsi il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha detto che l’obiettivo di crescita dell’Italia all’1% per il 2024 “è ampiamente a portata di mano”. Non che avesse tutti i torti poiché la Banca d’Italia ha fornito le nuove stime sul pil indicando per quest’anno lo 0,8 % che è il dato  paragonabile alla crescita prevista dal governo (senza la correzione per le giornate lavorative, applicando la correzione, come si fa nell’Eurosistema, la crescita sarebbe dello 0,6). Insomma, si sta parlando di uno scostamento minimo, dello 0,2%.

Certo, Bankitalia è un po’ meno ottimista di Giorgetti, anche perché insiste sul fatto che la crescita del paese continua ad essere “contenuta” dopo un primo trimestre che ha fatto registrare più 0,3 per cento, ma sull’orizzonte annuo la distanza iniziale con le previsioni del Mef si sono accorciate e poi anche la Commissione Ue stima per l’Italia lo 0,9 per cento, appena sotto l’obiettivo del governo. Si vedrà se e quanto la differenza, seppur minima, inciderà sulla prossima legge di bilancio che dovrà seguire i nuovi criteri del patto di stabilità, nel frattempo quello che colpisce è ancora la scarsa visibilità dell’impatto del Pnrr sullo sviluppo dell’economia nazionale. Nel suo bollettino, Bankitalia spiega che finora il pil è stato sostenuto dai servizi, in particolare del turismo, che beneficia del buon andamento della spesa dei viaggiatori stranieri. “Per contro, l’attività si è ridotta nelle costruzioni e nella manifattura”. Si spera che le cose cambino nella seconda parte dell’anno quando la frenata degli investimenti dovuta allo stop alle incentivazioni edilizie e ai tassi elevati dovrebbe essere compensata dalla crescita della spesa per infrastrutture prevista dal piano europeo. Quindi la distanza tra lo 0,3% di crescita del primo trimestre e lo 0,8 previsto da Bankitalia per l'intero anno (o l’1% dal governo) è tutta nel Pnrr, di cui l’Italia ha già chiesto il pagamento della sesta rata. Ma incassare i soldi, evidentemente, non equivale a spenderli ed è quindi ora di un cambio di passo.