Foto LaPresse

Editoriali

Cosa ci dice sul futuro del paese l'interesse di Zuckerberg su EssilorLuxottica

Redazione

Meta pensa di acquistare il 5 per cento di EssilorLuxottica per 5 miliardi, puntando sugli occhiali intelligenti piuttosto che sul metaverso

Meglio gli occhiali del metaverso, meglio la manifattura italiana che la realtà virtuale. Deve aver pensato così Mark Zuckeberg se è vero, come hanno anticipato Financial Times e Wall Street Journal, che medita di acquistare il 5 per cento di EssilorLuxottica, che agli attuali prezzi di mercato gli costerebbe 5 miliardi di euro.

Somma che rappresenta meno della metà delle perdite accumulate da Zuckeberg con gli investimenti nel metaverso dove poter fare affari si è rivelato molto più complicato del previsto non fosse altro che per la difficoltà di applicare una disciplina di carattere fiscale. In attesa che il mondo reale faccia i passi in avanti che servono per avvicinarsi al suo gemello digitale, il re dei social network si è guardato intorno e ha scoperto che gli occhiali europei, uno dei prodotti più classici della old economy, possono rappresentare la punta più avanzata del suo business. Dall’incontro, diventato legenda, tra il fondatore di Facebook e il fondatore di Luxottica, Leonardo del Vecchio, avvenuto nel 2019, sono nati gli smart glasses, gli occhiali intelligenti con i quali si può fare molto di più che leggere (fare foto, ascoltare musica, sostituire gli apparecchi acustici) e la cui ultima versione impiega addirittura l’intelligenza artificiale, sebbene per questioni normative potrà essere venduta solo in nord America. Insomma, una partnership di successo tra moda e tecnologia (le vendite degli smart glasses vanno a gonfie vele) attraverso la quale entrambe le parti guardano al futuro. Allora perché Zuckeberg vuole andare oltre diventando anche azionista di EssilorLuxottica? È possibile che rappresenti un modo per consolidare l’alleanza con il produttore europeo sbarrando il passo ad altri player che puntano agli smart glasses.

Per contro, di capitali c’è sempre bisogno ed Essilux, che ha appena mandato in porto due acquisizioni, la società tedesca Heidelberg Engineering (soluzioni diagnostiche) e la newyorkese Supreme (lifestyle), non si fermerà di certo nel suo intento di diventare una multinazionale sempre più globale e integrata. Intanto, il metaverso può attendere.