editoriali

I balneari scioperano contro se stessi

Redazione

I gestori degli stabilimenti travolti dai castelli di carte che hanno creato. Lezioni per il futuro

Venerdì 9 agosto gli ombrelloni degli stabilimenti balneari si apriranno con due ore di ritardo – alle 10 anziché alle 8 – in segno di protesta per la “irresponsabile e sconcertante fuga dalle proprie responsabilità della politica e segnatamente del governo”. Così Antonio Capacchione e Maurizio Rustignoli, i leader delle due organizzazioni promotrici, Sib-Fipe e Fiba-Confesercenti. Sono previste ulteriori sospensioni per quattro ore il 19 agosto e per sei-otto ore il 29. I balneari non hanno tutti i torti, visto che il governo, solitamente tanto vocale e battagliero sul tema, sembra fingersi morto, dopo l’ultimo filotto di sentenze nazionali ed europee.

Tuttavia, gli operatori del settore dovrebbero incrociare le braccia, prima ancora che contro Giorgia Meloni e Daniela Santanché, contro sé stessi: la situazione paradossale in cui si trovano è  figlia di anni di richieste sconsiderate e di proroghe dopo proroghe dopo altre proroghe. In un certo senso i balneari ce l’hanno avuta vinta, visto che nel 2024 siamo ancora qui a discutere di una vicenda che avrebbe dovuto chiudersi con la prima procedura di infrazione del 2009. Tuttavia, era evidente che prima o poi il castello di carte sarebbe crollato e, quando ciò fosse accaduto, i balneari ne sarebbero stati travolti, come sta accadendo, senza nessuna possibilità di trovare una soluzione equilibrata perché le istituzioni devono correre ai ripari e bandire le gare, anziché anticipare e governare l’applicazione della direttiva Bolkestein. Se la politica ha una responsabilità (e ce l’ha) non è quella di non essersi schierata abbastanza, ma è di aver ingannato sé stessa e i balneari, assecondandone le pretese e contribuendo a scavare la voragine dentro cui l’intero settore sta scivolando. Che gli interessi organizzati cerchino di catturare i decisori politici è fisiologico; che questi si lascino un po’ catturare anche; che però l’intero arco costituzionale si ammali della sindrome di Stoccolma è gravissimo. Il costo di tutto ciò lo pagheranno anzitutto i balneari, ma la lezione dovrebbero impararla i politici.

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