editoriali

Il populismo fiscale di Trump e Harris

Redazione

I programmi in deficit dei due candidati rischiano di far rialzare l’inflazione

L’inflazione è uno dei temi più importanti e sentiti della campagna elettorale americana. Donald Trump accusa l’Amministrazione Biden di aver fatto aumentare i prezzi attraverso un aumento incontrollato della spesa; mentre Kamala Harris ha proposto delle misure asseritamente antinflazionistiche come una sorta di tetto ai prezzi per i beni alimentari. Eppure i programmi di entrambi i candidati, chi più (Trump) e chi meno (Harris), rischiano di avere effetti inflazionistici.

 

Nel caso dell’ex presidente repubblicano, il quadro è più evidente. Trump vuole riproporre i suoi tagli fiscali in scadenza, vuole eliminare le tasse sulla previdenza sociale, espellere milioni di immigrati irregolari e imporre nuovi dazi sulle importazioni negli Stati Uniti. Sono tutti provvedimenti che, stimolando ulteriormente la domanda, riducendo la forza lavoro e aumentando i costi dell’import, spingono verso un aumento generalizzato dei prezzi.

 

Dall’altro lato, un effetto analogo possono averlo le proposte della Harris come l’ampliamento per il credito d’imposta per i figli, l’incremento di altri tax credit o il sussidio da 25 mila dollari per l’acquisto della prima casa – per un costo complessivo del piano che si avvicina ai 2 trilioni (2 mila miliardi) di dollari, che getterebbe benzina su un’economia già surriscaldata.

 

Queste proposte, tra l’altro, giungono in una fase molto delicata, proprio mentre l’inflazione è scesa sotto il 3 per cento e la Federal Reserve ha annunciato un taglio dei tassi. Il rischio è che programmi economici così disconnessi dalla politica monetaria possano innescare nuovi aumenti di prezzo, allontanando la discesa dell’inflazione verso il target del 2 per cento. Costringendo così la Fed a una nuova virata restrittiva. Il problema della politica fiscale populista di Trump e Harris non riguarda solo l’inflazione, ma più direttamente il deficit federale, che è già ampissimo e  sta spingendo il debito pubblico statunitense fuori controllo.