editoriali
La Nutella contro i luoghi comuni
L’operazione vegana è l’anti politicamente corretto. Vedi alla voce olio di palma
L’importante è che ci sia l’olio di palma. E quello c’è, veganissimo come sempre, buono, portatore di spalmabilità e di rotondità nel gusto. Poi il resto, escluse le saporose nocciole, un po’ lo puoi anche cambiare. La Nutella conferma la sua forza proprio mostrando di saper resistere a qualche modifica. E’ il campione dell’export italiano nel mondo, a dispetto di una sfilza di Dop e Igp, certamente cose ottime ma che non hanno la stessa potenza sullo scaffale del supermercato e anche, va detto, lo stesso gradimento diffuso tra chi fa la spesa.
La scelta della nuova crema, a marchio pieno Nutella, ma con un tappo verde, è una brillante scelta di marketing. La domanda di prodotti vegani o quasi vegani è già forte e cresce in continuazione. E permette al marchio della Ferrero di stare dalla parte di chi innova perché il mondo e le sensibilità cambiano. Non ci si arrocca quando arriva un’ondata di cambiamenti nei gusti e nelle scelte. Si ragiona, si analizza e poi, con tutto il peso di un nome come Nutella, si sforna il prodotto che va incontro alle nuove richieste. Non volete il latte? E noi, per chi non lo vuole, lo togliamo. E parliamo della stessa azienda che promosse per decenni il successo dei Kinder, proprio perché avevano più latte e meno cacao. Certo, ci sono gli intolleranti al lattosio, ed è un bel passo avanti che anche per loro sia possibile avere il piacere della Nutella. Ma c’è anche una quota di mercato crescente che ha messo fuori dalla dieta gli alimenti di origine animale. Obiezione accolta e Nutella modificata, con un mix di legumi e cereali a creare l’effetto latte. Il mercato comanda e dà indicazioni. Le imprese devono ascoltare e capire. Chi è bravo lo fa prima degli altri. E chi è bravissimo capisce anche quando, invece, l’appello era farlocco e le proteste erano partigiane. E, sì, fa anche la nuova Nutella rigorosamente con olio di palma.