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Editoriali

Tagliare i tassi d'interesse di più si può. E si deve

Redazione

Svolta mini o strutturale? Si può considerare l’allentamento di politica monetaria cominciato a giugno (quando i tassi erano al 4 per cento) l’inizio di un nuovo percorso? E dove porterà? Capire tutti i numeri sul tavolo di Lagarde

Se esiste un’incertezza in Europa è su che cosa farà la Bce. Non nella riunione di oggi, poiché è praticamente scontato che taglierà i tassi almeno di un altro 0,25 per cento portando il livello ufficiale al 3,5 per cento, ma come si comporterà in futuro: si può considerare l’allentamento di politica monetaria cominciato a giugno (quando i tassi erano al 4 per cento) l’inizio di un nuovo percorso? E dove porterà? Non si sa ed è ormai inutile chiederselo visto che la consuetudine di offrire una prospettiva (la cosìddetta “forward guidance”) è stata abbandonata da tempo dalla Banca centrale guidata da Christine Lagarde, che predilige un approccio step by step basato sul flusso dei dati macro. Così, non resta che rifarsi alle previsioni di mercato e queste sono di due tipi.
 

Il primo, più ottimista, molto diffuso soprattutto tra gli analisti esteri, prevede almeno altri tre tagli entro il primo semestre 2025 in modo da portare per quella data i tassi poco sopra la soglia del 2 per cento. Il secondo tipo di previsioni ritiene che la Bce continuerà a mantenere un approccio cauto. Il che vuol dire un tasso ufficiale che non scenderà sotto la soglia del 2,25-2,5 per cento anche alla fine del prossimo anno in modo da non rinunciare a un cuscinetto anti inflazione.
 

Il punto è che l’indebolimento degli indicatori negli ultimi mesi, in particolar modo la crisi della Germania, dovrebbero fornire a Lagarde una buona ragione per vestire i panni della “colomba” e scongiurare il rischio di una recessione nel paese i cui contraccolpi potrebbero essere avvertiti in tutta l’Eurozona.
 

Tuttavia, le prospettive economiche dell’area sono per il momento positive mentre l’inflazione di fondo resta persistente (soprattutto per la spinta all’aumento dei prezzi che arriva dal settore dei servizi), il che suggerirebbe di non abbassare la guardia sui tassi. Sarà interessante capire dalle parole della presidente della Bce se e in che modo l’indebolimento tedesco è destinato a pesare sulle decisioni dei prossimi mesi.