editoriali

Inflazione sotto il 2%. Il calo rafforza le aspettative sul taglio dei tassi della Bce, ma serve cautela

Redazione

Il calo dell’inflazione complessiva è stato guidato dai prezzi dell’energia, che sono scesi del 6 per cento, mentre l’inflazione di fondo, che esclude energia e beni alimentari, ha rallentato di un decimale attestandosi al 2,7 per cento. E l’inflazione nei servizi persiste attorno al 4. Se si aggiunge la guerra in Medio oriente, le decisioni future non sono così scontate

A settembre l’inflazione nell’Eurozona è scesa all’1,8 per cento, per la prima volta sotto il target del 2 per cento della Banca centrale europea dopo tre anni. La notizia diffusa da Eurostat è stata ovviamente accolta positivamente dai mercati, che si aspettavano un dato ancora leggermente superiore al 2 per cento, rafforzando così le aspettative di un ulteriore taglio dei tassi da parte dell’Eurotower nel prossimo meeting di ottobre.

  

Il rallentamento della velocità di marcia dei prezzi sotto l’obiettivo di medio termine della Bce nelle principali economie dell’area – Germania, Francia, Italia e Spagna, con l’Italia addirittura sotto l’1 per cento (0,8) – ha fatto scendere i rendimenti sui titoli di stato. Ci sono però degli aspetti che rendono il quadro più complesso. Il calo dell’inflazione complessiva è stato guidato dai prezzi dell’energia, che sono scesi del 6 per cento, mentre l’inflazione di fondo, che esclude energia e beni alimentari, ha rallentato di un decimale attestandosi al 2,7 per cento. E l’inflazione nei servizi, un indicatore rilevante per misurare la pressione interna sui prezzi, anch’essa in calo di un solo decimale, persiste attorno al 4 per cento. Se a questo si aggiunge che l’allargamento del conflitto in Medio oriente, con l’intervento di Israele in Libano e l’attacco missilistico dell’Iran a Israele, può produrre pressioni sui prezzi del petrolio e in più in generale dell’energia, le decisioni future non sono così scontate.

  

Per giunta, per l’ultimo trimestre dell’anno già si prevede un possibile aumento dell’inflazione poiché nelle statistiche non si rifletteranno più i precedenti forti cali del prezzo dell’energia. Prima dell’ultima rilevazione sull’andamento dei prezzi, la presidente della Bce, Christine Lagarde, si era detta “fiducia nel tempestivo ritorno dell’inflazione al nostro obiettivo del 2 per cento”, rafforzando le aspettative in un taglio dei tassi. Ma ha confermato la formula di rito: “Continueremo a seguire un approccio dipendente dai dati”.

Di più su questi argomenti: