editoriali
L'occupazione in Italia continua a crescere
Il mercato del lavoro è sempre più forte, ma Cgil e Uil non se ne accorgono
Il mercato del lavoro continua a dare notizie positive. Secondo l’ultimo report dell’Istat, ad agosto gli occupati sono aumentati di 45 mila unità rispetto a luglio, raggiungendo quota 24,8 milioni. L’incremento riguarda soprattutto i dipendenti permanenti (+75 mila) e in misura inferiore di dipendenti a termine (-18 mila), mentre sono in calo gli autonomi (-48 mila). Rispetto all’anno scorso, l’incremento è di 494 mila occupati, così composto: +516mila permanenti, -144mila a termine, +123mila autonomi. Ci sono importanti progressi anche sul fronte dell’occupazione femminile, che nell’ultimo anno ha superato i 10 milioni di unità, e dei giovani: per la prima volta la disoccupazione giovanile scende sotto il 20 per cento. Certamente restano delle criticità: al nord il tasso di occupazione è 3-4 punti punti più alto che al centro e circa 20 punti più alto che al sud; il tasso di occupazione femminile è 17 punti inferiore a quella maschile, molto lontano dalla media Ue; il tasso di occupazione giovanile è 15 punti inferiore alla Francia e 30 alla Germania. Diminuiscono gli autonomi, ma si tratta di una tendenza di lungo period,o in un paese che ha un’incidenza di autonomi sul totale degli occupati 7 punti sopra la media europea: il travaso verso il lavoro dipendente, soprattutto se a tempo indeterminato, non è negativo.
Ma ci sono altri dati positivi. Come segnala l’Inps, è aumentata l’intensità di lavoro: tre settimane all’anno in più pro capite rispetto al 2020, in aumento anche rispetto al 2019. In generale, se si guarda il fenomeno con un’ottica di medio periodo e che attraversagli ultimi governi, gli occupati sono 1 milione in più rispetto al pre-Covid e due milioni in più rispetto al punto più basso (gennaio 2021). Ma soprattutto, questa crescita è stata trainata da gli occupati a tempo pieno e indeterminato. Stranamente, questi anni di boom del mercato del lavoro sono coincisi con la maggiore intensità di scioperi generali indetti da Cgil e Uil, che protestavano contro il precariato dilagante. La speranza è che il prossimo sciopero generale porti altrettanta fortuna.