(foto Ansa)

editoriali

Un compromesso con i balneari

Redazione

Le gare sono sacrosante, ma fermare tutto prima di farle no. Buon senso cercasi

Prima che arrivasse il Tap (il gasdotto che ci ha consentito di liberarci dalla dipendenza da Putin) cantanti e attori, grillini e piddini, sindaco e presidente di regione, al grido “Melendugno libera” sostenevano che l’approdo a San Foca, in Puglia, avrebbe distrutto il turismo in quella costa. Ora il tubo c’è, e proprio a Melendugno porta 10 miliardi di metri cubi di gas, ma nessun turista è scappato. Anzi, i gestori dei lidi vorrebbero proseguire la stagione balneare oltre i mesi estivi. Ma il sindaco di Melendugno,  quello che voleva difendere il turismo e le spiagge, glielo ha impedito con un’ordinanza che obbliga la chiusura dei lidi al 30 settembre. Due gestori hanno fatto ricorso al Tar, che ieri gli ha dato ragione emanando due decreti che bloccano l’ordinanza del comune. Il presidente del tar Lecce, da sempre favorevole alle istanze dei balneari, questa volta si è messo in linea con precedenti sentenze anche del Consiglio di Stato che hanno riconosciuto il diritto dei gestori a tenere aperti i lidi anche di inverno. Del resto se il surriscaldamento climatico esiste, lo avvertiamo anche nelle stagioni fredde. E ormai in Puglia si va al mare tutto l’anno. Perché allora, se da una parte si ribadisce a oltranza l’importanza dell’investimento e del servizio offerto dai balneari, impedirgli di fornirlo tutto l’anno? E’ giusto che le spiagge vadano a gara, e che venga garantita concorrenza e congruo prezzo per le concessioni. Ma a quel punto perché impedirgli di offrire un servizio continuativo?

La  grande riforma che può fare il governo  per mantenere la promessa con quello che è stato un pezzo forte del suo elettorato è rispettare  la direttiva europea  ma concedere l’utilizzo delle spiagge, nel rispetto della concorrenza e dell’ambiente, tutto l’anno. Gli ombrelloni addobbati con le palle di Natale a Melendugno sarebbero anche la migliore risposta i notap da parte di chi il turismo, e le spiagge, le difende davvero.

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