Editoriali
Il terzo polo evapora. Anche in banca
Le parole dei vertici di Bper allontano le grandi manovre tra i due poli bancari. L'iniziativa di Unicredit fa da contraltare all'aggregazione sfumata intorno a Montepaschi, che si prepara a un nuovo collocamento da parte del Mef
Il terzo polo è defunto. Praticamente non è mai esistito non solo perché tutte le ipotesi di costruire un’aggregazione bancaria intorno al Montepaschi si sono rivelate finora campate in aria, ma perché esiste già una terza banca italiana ed è Bper, come l’ad Gianni Franco Papa ha rivendicato ieri durante la presentazione del nuovo piano industriale a Milano. Papa ha raccontato di aver pressato per giorni i suoi collaboratori affinché nessuno potesse sollevare obiezioni, ma i dati parlano chiaro: Bper è la terza banca italiana per numero di clienti e per il totale degli asset finanziari gestiti. L’istituto, che vede come azionista di riferimento il gruppo Unipol, ha annunciato utili per 4,3 miliardi al 2027 (l’arco di tempo del piano che parte nel 2025) e dividendi agli azionisti per 3,2 miliardi.
La contrazione dei profitti, che si prevede avverrà con la discesa dei tassi d’interesse della Bce, sarà compensata con l’aumento delle commissioni nell’attività di gestione patrimoniale. Ma per il resto la crescita sarà “stand alone” perché Bper “ha già dato” comprando Carige e ancor prima quando ha rilevato oltre 600 filiali in eccesso nell’ambito dell’operazione Ubi-Intesa Sanpaolo. Così Papa non vuole sentire parlare di risiko anche se si augura che l’iniziativa di Unicredit con Commerzbank vada in porto perché “in Europa servono banche grandi”. Eppure, nelle scorse settimane, voci di mercato ipotizzavano un coinvolgimento di Bper-Unipol in Mps nel settore bancassicurativo, che, però, richiederebbe lo scioglimento anticipato della partnership che Siena ha in corso con la francese Axa. Ma è stato anche riportato dalla stampa che non ci sarebbero le condizioni “politiche” per un’operazione invisa al governo per le radici coop del gruppo bancario emiliano. Si vedrà, intanto il Mef pensa di collocare sul mercato un’ulteriore tranche del Monte per fine anno, ma semmai dovesse esserci qualche tipo di aggregazione con un altro istituto dovrebbe dimostrare che alla fine avrebbe numeri maggiori di Bper altrimenti sarebbe il “quarto polo”.