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la legge di bilancio

Dalle banche 3,5 miliardi per la manovra: un compromesso "sopportabile", dicono gli analisti

Redazione

Dopo l'ok alla legge di Bilancio i titoli del comparto del credito restano positivi a Piazza Affari. Giorgetti: "Ecco il sacrificio di cui parlavo". Per Intermonte e Mediobanca la struttura del contributo è positiva perché non impatta sul conto economico ma solo sulla liquidità. Meloni: "Soldi per la sanità"

Dalla tassa sugli extraprofitti all'accordo per un contributo che riguarderà solo la liquidità delle banche, il passo vale 3,5 miliardi. A tanto ammonta il tesoretto che il settore bancario e assicurativo si è impegnato a garantire al governo per sostenere la manovra da 30 miliardi approvata ieri sera. La Borsa ha reagito bene, con i titoli del comparto del credito che in apertura sono stati tra i pochi positivi a Piazza Affari: Mps avanza dello 0,7%, Unicredit dello 0,6%, Intesa dello 0,4%, Bper dello 0,1% mentre Mediobanca e Popolare di Sondrio sono sostanzialmente invariate e Banco Bpm cede lo 0,4%. Poco mosse anche le assicurazioni con Generali che cede lo 0,2% e Unipol invariata. 

Il compromesso tra il governo e Abi è maturato al tavolo con le banche che il ministro Giancarlo Giorgetti ha aperto al Mef. Il contributo arriverà attraverso lo stop temporaneo alla deducibilità delle così dette Dta (attività fiscali differite) per il biennio 2025-2026 e per la restante parte con lo stop alla deduzione delle stock option. Gli analisti finanziari lo ritengono un compromesso "sopportabile". In particolare, Intermonte ha commentato che "la strutturazione di questo tipo di contributo è positiva per le banche, perché non va a impattare il conto economico, come previsto l'anno scorso" con la tassa sugli extraprofitti. In questo modo "non c'è rischio di riduzione o intaccamento delle remunerazioni, siccome il tema è semplicemente di cassa e non a livello di utile", spiegano ancora gli analisti di Intermonte, che sottolineano come lo stop alla dedizione delle Dta "sarà recuperato tra il 2027 e il 2029". Della stessa opinione gli analisti di Mediobanca secondo cui "la misura conferma che non ci sarà alcuna tassa sugli extraprofitti delle banche, proprio mentre i tassi di interesse iniziano a scendere, ma piuttosto una misura di liquidità, in linea con la proposta iniziale dell'Abi, che riteniamo sostenibile per il settore". 

La premier Giorgia Meloni ha detto che "i 3,5 miliardi provenienti da banche e assicurazioni saranno destinati alla Sanità e ai più fragili per garantire servizi migliori e più vicini alle esigenze di tutti". Il vicepremier Matteo Salvini ha rivendicato il successo dell'accordo parlando di "vittoria della Lega". "Bene l'intervento sulle banche come la Lega ha sempre auspicato", ha scritto mentre era in corso in Cdm sui suoi social. Per Antonio Tajani, che si era espresso contro una nuova tassa sugli extraprofitti, "ha vinto il buon senso". "Le banche dovevano fare la loro parte – ha commentato il leader di Forza Italia e vicepremier – ma grazie a un accordo fra il governo e gli istituti di credito e assicurativi, questo è avvenuto e siamo riusciti a mettere a disposizione 3,5 miliardi per la sanità. Si tratta di buon senso, perché si possono ottenere risultati discutendo senza imporre decisioni dall'alto". 

"Qualcuno lo chiama contributo, qualcun altro extraprofitto, io lo chiamo sacrificio", ha spiegato il ministro Giorgetti aprendo la conferenza stampa di questa mattina. 

Come abbiamo spiegato qui, con la soluzione individuata dal Mef, che poi è stata fin dall’inizio caldeggiata dall’Abi guidata da Antonio Patuelli, si potrebbero salvare capre e cavoli: il ministro Giorgetti potrà dire di non essersi rimangiato la parola e di avere effettivamente chiesto sacrifici a tutti, non solo a famiglie e imprese, e le banche potranno vantare di avere fatto la loro parte senza, però, mettere a rischio i bilanci.